Riportando
tutto a casa. Ieri ho rispolverato, giusto un soffio, la vecchia
storia su Cesare Battisti che mi costò diffamazioni e isolamento per
anni. Si vede che è destino: oggi un'altra fetta di passato, e difficile passato, torna ad investirmi. Tu ricordi, o lettore, la
grottesca vicenda della copertina (demenziale) del Mucchio col papa
Ratzinger che recava la testa mozzata di Veltroni? Per quella stupida
immagine finii indagato, nessuno ha mai capito a quale titolo: la
classica vicenda kafkiana fin dall'inizio, perché appresi d'essere
finito nelle premure della procura di Trani durante una diretta radio
che conducevo, via Skype – eravamo all'avanguardia – col mio
amico Eliseno Sposato da Cosenza. Ne parlava, infatti, la Gazzetta
del Mezzogiorno. Fu l'inizio di un incubo, perché davvero non si
riusciva a capire che cosa avessi mai combinato, né, tanto meno, a
quale titolo: non ero un grafico, non mi occupavo di copertine. A quel che era lecito arguire, finivo chiamato in causa come articolista, come giornalista. Sì, ma
in quell'articolo io non nominavo mai, neppure de relato, neppure per
allusioni, Benedetto XVI: quella era una trovata di chissà chi, io mi soffermavo sulla mediocre figura
politica di Veltroni. Niente da fare: risultavo indagato, non si sa
bene su quali presupposti, per vilipendio della religione cattolica,
reato dichiarato estinto a suo tempo dalla Corte Costituzionale
(sopravviveva, invece, la fattispecie di vilipendio a ministro del
culto, che non mi veniva contestata). L'unica soluzione razionale, si fa per dire, che con mia
moglie, la quale mi tutelava in qualità di avvocato, riuscimmo a
prospettarci, fu anche la più surreale: evidentemente la procura di Trani mi riteneva responsabile,
anche se nemmeno lei sapeva di cosa, in base al mio cognome: mi
chiamavo Del Papa, in copertina c'era una copertina offensiva del
papa, voilà. La faccenda, per aggiungere ridicolo a ridicolo,
risultava partita da uno squilibrato, che mandava accorate email al
Mucchio, di quelle, sapete, SCRITTE TUTTE IN MAIUSCOLO, cioè urlate,
nelle quali ci invitava, noi blasfemi, a pentirci, a convertirci, perché il regno
delle ombre era imminente ma non ancora incombente. Ora, un
magistrato con la testa sulle spalle, cosa fa? Chiama
un'autoambulanza. Invece il pm procedente chiamò la Guardia di
Finanza e le fece segnalare tutte le copie del Mucchio nelle edicole
di Trani. Totale: 3. Quindi procedette alle imputazioni per me e per
l'allora direttore, che a differenza mia ne era tutto contento
immaginando di ricavarne chissà quale pubblicità (e che fece in modo di coprire l'autrice della copertina imbecille, risultata poi una sua amica neppure del giornale). Insomma per me,
dicevo, fu questione di precipitare in un vortice di follia, perché,
con la burocrazia anche giudiziaria che ci ritroviamo, venivo
chiamato a scadenze regolari da qualche corpo di polizia per
identificarmi; e, siccome i corpi di polizia della mia cittadina li
conoscevo tutti, visto che lavoravo da cronista di nera e giudiziaria
da grand'anni, la faccenda si risolveva in una farsa: “Ah, Del
Papa, solo a te succedono certe cazzate”. Giravo per polizia,
carabinieri, finanza, vigili urbani, ci mancava solo il corpo
forestale dello Stato. Poi ricominciavo. "Che, sei venuto a portarci i regali di Natale?". Era un periodo complicato, con un padre all'ultimo ciclo
di chemioterapia. Finché il fascicolo, per competenza, fu trasmesso
a Roma e lì la solfa ricominciò. Fascicolo, per inciso, che
consisteva di 300 pagine fotocopiate sempre dello stesso verbale di
sequestro delle 3 copie 3 a Trani. Per dire come funzionavano, e funzionano, le cose quando finisci nella lavatrice della "Giustizia". Alle corte: di che cosa mi ritrovavo
accusato, e in base a quale sorta di qualifica? Non l'abbiamo mai
saputo, né ce ne siamo più curati, finché, misteriosamente, dopo anni di arabeschi
preprocessuali mi raggiunse la notizia dell'archiviazione. Ci voleva
tanto, maledetti? Intanto mio padre se n'era andato, e mi ritrovavo addosso lo stigma della sfiga: un giornalista accusato di un reato inesistente in qualità di grafico a causa del nome che portava. L'ho tirata anche
troppo in lungo e vengo al punto. Stasera, pochi minuti fa, dal
telegiornale ho appreso che quel pm di Trani, Antonio Savasta, è stato
arrestato con l'accusa di corruzione: secondo i colleghi, usava
intascare alla grande per pilotare indagini e sentenze. Che vi devo
dire? Forse è
solo la Nemesi, o magari è, ma questo non tocca a me stabilirlo, la
forza del destino che prima o poi chiede conto di chi sei. Io qui
dico solo che questo giorno, lo aspettavo da una dozzina d'anni. E non ho mai dubitato che, prima o dopo, sarebbe arrivato.
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