Ma poi sapere che rimane il seme
Di quello che fiorire non potrà
Sentire dentro che resta la sete
Una ferita che cura non ha
Adesso dimmi, non è forse questo
Sapore amaro, di deriva, la vita
Questo giacere di notte nel letto
Senza ritegno, senza contare le ore
E non trovare scuse alla sconfitta
E ce n'è una ad ogni sonno perso
Per ogni sogno che non va per verso
Incubatrice d'incubi a cristalli
Di manicomi dove i polpastrelli
Ti tagliano via camici abbaglianti
Denti di mattonella senza volto
Penso non capirai se te lo dico
E un male così denso da esser vivo
E poi ti svegli senza aver dormito
Rimetti insieme quello che non c'è
E sempre in fondo quel seme appassito
Che chiama e urla, “pensa invece
se...”
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