Per uno come me, discendente da tradizioni contadine, discendente di cacciatori, è difficile capire cosa sta succedendo. Dico uno come me, che non ha mai sparato neanche a un orso di pezza, che non ha mai imbracciato un fucile ma può rispettare il rito atavico dell'uomo nella natura, che non demonizza il regolatore naturale e prudente che mangia quello che caccia e non indulge in stragi gratuite. Ma è difficile capire la degenerazione di una pratica che, da discutibile ma almeno capace di suggestioni ecologiche anche educative, si va trasformando in una mattanza senza senso. Un ragazzo di 19 anni fulminato perché scambiato per un cinghiale e difendono il cecchino con argomenti tra il cinico e il fatalistico magico: il bosco è arcano, pericoloso, non doveva entrare in riserva, ci sono i cartelli. Sì, ci sono i cartelli e c'è la riserva, ma manca la prudenza del buon senso, non si può obiettare che “io sparo a tutto quello che si muove”, questo è furore venatorio e sta a un...