Oggi doppia razione, che
ci volete fare, sarà l'estate che accende pensieri ma d'altronde un
blog che ci sta a fare altrimenti? E così, verso tardo pomeriggio,
ci siamo dati al solito gironzolare preserale in Vespa e, toh, eccoci
a Torre di Palme. La bella roccaforte dai mille scorci che rendono un
po' tristi. Difatti, rientrando m'ha aggredito la malinconia d'un
pensiero vittimistico: quanta gente ho incontrato, ho aiutato, e poi
è sparita. Gente che mi cercava, mi lisciava perché potevo tornare
utile, un articolo, una recensione, un'intervista, e poi prometteva,
incitava, invitava, lusingava. Sembrava coinvolgerti, pareva
comprometterti nelle sue avventure. “Dài, che quella cosa la
facciamo insieme”. E invece via, dissolta. E non avevo voglia di
ricordarglielo, e di ricordarmelo. Se ci penso, ho sempre dato io. Ed
era, è tutta gente piena di ottimi pensieri, di sentimenti
ineccepibili. Gronda altruismo e civiltà. Oh, sempre così curiosa
dell'umanità che incontra, così pronta ad ascoltare. A non
giudicare. A comprendere. Ma sente davvero, poi? E sarà proprio
vero, che non giudica e non condanna? O è tutta una posa, e, alla
fine, si riconosce solo tra simili, per censo, per proiezione
mediatica? Tutto quel misticismo umano, troppo umano, è sospetto.
Tutta quella saggezza consapevole, è ambigua. Tutto quello spreco di
intenzioni, parla da sè. Io, rude, immediato, incapace di calcoli,
io vecchio cagnone in fondo buono, mi ritrovo sempre solo e il mio
cuore è pieno d'amarezza e lo so, che non conta niente, che sono
niente io, ma è pieno di amarezza. Vuoto di aspettativa. È buffo,
ma la fiducia nel prossimo me l'ha tolta il prossimo più fiducioso,
quello più ben disposto, quello che resta umano e si spende per
diecimila cause. Non me ne faccio niente di gente così, io non sono
mai stato così. E non ho mai rifiutato attenzione, non ho mai detto
“dopo: ora ho da fare”. E, se promettevo qualcosa, sta' pur
sicuro che mantenevo. E mi ritrovo un sasso in fondo a un fiume e non
ho più nessuna voglia di provarci. Io, coglione buono, sono pieno
d'amarezza, perché mi sento preso in giro da una vita, fin da
quando, bambino, mi ricordavo dell'ultimo fra i compagni, gli amici,
e andavo a tenergli compagnia. E poi, quando toccava a me, mi
specchiavo nella mia ombra.
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