Potrei dire che Salvini è
un esagerato che a lungo andare trasformerà il consenso in
impiccagione. Potrei anche dire che, strappando strappando, ha
scoperto tutti i fianchi della sinistra in malafede. Potrei dire un
sacco di cose, ma non mi importa dirle perché c'è troppo rumore di
fondo e se quella di “farsi capire da una massa di analfabeti”
era un'utopia straziante già ai tempi di Goethe, figuriamoci oggi
con la rete. Però su un cosa non mi va di tacere, è quando leggo il
sarcasmo del rettopensante, sì, ma col culo, che indirettamente mi
provoca: che cosa non vi fa dormire, le catastrofi umanitarie, lo
spread (e continua a piacere), oppure i rom? Rispondo senza
esitazioni: non mi fanno dormire molti assilli, ma questa gente è
senz'altro la prima. E lo dico perché ci sono passato, per
esperienza direttissima. Un paio d'anni fa mi è capitata muro a muro
una cosca di malaffare con dentro gente di ogni provenienza, anche
italica, ma questi signori stavano in cima. Abbiamo fatto il giro
delle sette chiese, cioè sette caserme, di ogni corpo, e
puntualmente ci rispondevano: ah, beh, sì, sappiamo tutto però voi
state tranquilli, state buoni, non reagite, che questa è gente che
ammazza. Come ammazza, ma non dovreste essere voi a proteggerci? Eh,
cari signori, la fate facile voi. E poi partivano con discorsi
paraculi e savianeschi (alla fine, avremmo scoperto perché: c'era in
mezzo qualcuno che trescava con la banda, non tutti ma qualcuno sotto
qualche divisa c'era, insomma eravamo capitati in un bel sandwich di
terrore). Io di esperienze, anche estreme, ne ho fatte, ma questa
probabilmente le batte tutte: sono stati i sette, otto mesi più
penosi, umilianti e agghiaccianti della nostra vita, altro che non
dormire: tossici ad ogni ora del giorno della notte, gente che
vomitava sulle scale, anche cinquanta, ottanta consegne in una notte,
hanno insozzato tutto, distrutto tutto, infettato tutto. Non uscivamo
più, stavamo barricati, prigionieri nelle nostre due stanze, ci
siamo naturalmente ammalati entrambi, io mi vergognavo di non poter
proteggere mia moglie, alla fine ero arrivato al punto di cercarmi
una pistola, così la chiudevo a costo dell'ergastolo. Come Dio ha
voluto, la situazione si è sbloccata prima – non senza una
generosa dose di farsa, perché sempre in Italia siamo -, e adesso ne
parlo al passato. Ma giuro che, dopo due anni, non la sento ancora
mia questa casupola, e mi resterà per sempre l'incubo di quei mesi
d'inferno tatuato in mente. C'erano siringhe, abbiamo saputo poi, che
spuntavano perfino dai lavandini, dalle tubature.
Ecco che cosa non mi ha
fatto dormire. Ed ecco perché mi fa ancora incazzare la stupidità
rettopensante di certa gente, che piange per tutto e per tutti ma a
conveniente distanza di sicurezza: sono i martiri secchi, come
Voltaire sfotteva Rousseau: anche all'epoca restavano umani, ma col
pensiero all'itinerario turistico, e con la plebe, o la malacarne, si
mescolavano solo a teatro. Per cui pensatela come volete, a me
proprio non fa né caldo né freddo, però prima di alzare il ditino,
passateci; io ve lo auguro. Passateci, poi, se sopravvivete, vedremo
se avrete cambiato idea. Anzi, io non lo vedrò perché ho deciso che
di stupidi, o ipocriti, ero saturo e ho cominciato a fare pulizia tra
i miei contatti. Sospetto che sarà un lavoro prolungato, forse
perenne.
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