Quando, un domani vicino,
non sarai più
Io pure non sarò.
S'asciuga il mare
Come il dolore che ti ho
dato, che mi hai dato
E sarò orfano
Un organo con le canne
spezzate
Quando questa tua esile
fame di vita
Irredenta, quasi
inconsapevole
Sarà spenta, altra
cenere da arredo
Allora capirò che tutto
è perso
Senza poter parlare con
me stesso
Nel tuo volto, nel nome
che porti
Il tuo volto, che già
non riconosco
Si deforma nei profili
antichi
Che non ricordavo e che
ritrovo
Quando l'ultimo richiamo
del mare
Ti avrà desolato, sarò
solo
Solo con la mia
solitudine di bimbo
Dal tempo di piombo senza
più un pretesto
Un piccione su un sagrato
di chiesa
Con la zampa spezzata,
senza attesa
Non farò più le scale,
il mondo addosso
Non andrò via
incolpandoti vile
Per essere ciò che non
sono stato
Per la mia voglia sempre
di non vivere
Per il mio volto, che già
ti somiglia
Capolinea di un viaggio
di famiglia
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