Piccola nota di diario, o
se si preferisce da blog. M'imbatto in una intervista concordata,
perché ogni tanto tocca rifarsi la reputescion, di uno di questi
personaggi da operetta gossip che stanno sempre in televisgion, e
questo dice: sì, sono uno che si gode la vita, uno che fa i soldi,
sono uno che ha successo e ne approfitta. Questa è gente
immancabilmente di sinistra, carrozzeria grillina, questione di
compatibilità culturale, intellettiva, carrieristica, come ti pare,
ma, ecco, come fai a coniugare l'esibizione del tuo benessere,
dell'ambizione, della competizione sociale con la tensione
egualitarista, la lotta alle disuguaglianze, il rispetto dei poveri,
insomma tutto l'armamentario ideologico della sinistra? Non lo so, a
me non verrebbe mai di dire cose del genere, sarà che sono sempre
stato povero tra i poveri ma non riuscirei a farli sentire inferiori
al mio cospetto, anzi se c'è gente davanti alla quale ancora nutro
un qualche scrupolo, o senso di colpa, residuo dell'educazione
cattolica, sono proprio i miseri, e senza neppur essere di sinistra.
Fermiamoci qui, d'accordo, nessun moralismo, ma insomma
l'esibizionismo traballante da arrivato che resta “ovviamente,
geneticamente” di sinistra però usa i poveri per marcare la
differenza, è o non è qualcosa che i coglioni li fa girare? Non
cambiando discorso, scopro che ieri, festa della Democrazia, della
Liberazione, a Macerata, città diventata famosa, l'hanno celebrato
come segue: un pupazzo di Mussolini in piazza, ai bambini davano una
mazza e, spaccandogli la testa, uscivano le caramelle; poi ne hanno
trovato un altro, con le fattezze di Luca Traini, il pistolero
fascista, e insegnavano ai pargoli a giocare a palla con la testa.
Queste son cose che fa l'Isis, oppure che facevano i compagni nel
lungo periodo post-resistenziale. Ora, è chiaro che io Mussolini,
che per me rileva solo come fenomeno storico, avendo io avuto il
privilegio di poter studiare, l'avrei combattuto fino a farmi
ammazzare, allergico come sono ad ogni regime. Però un bambino a
celebrare così, non ce lo mando. Non ce lo allevo. Iniziativa, pare,
dei centri sociali, gli stessi che sfilavano in febbraio contro il
razzismo, supportata dal Comune “antifascista”; mi raccontano
conoscenze euforiche di minacce di morte all'indirizzo di Salvini, e
va beh. Nel frattempo, i carnefici di Pamela in carcere si dicono:
Oseghale è uno stronzo, doveva mangiarsela la preda, abbiamo fatto
di peggio, queste sono bambinate. Stronzo, ci ha rovinato la piazza e
qui si spaccia così bene. Ecco, cannibali ne abbiamo? Il tema lo
affronto meglio sul Faro di oggi, a chi interessa.
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