Ho aiutato mia madre a
cambiarsi, non è ancora in grado di cavarsela da sola e chissà se
potrà mai tornare a farlo. Non era la prima volta, non sarà
l'ultima, questa mattina però è stato diverso, la madre che
ricordavo ingenuamente vergognosa fino alla mania si è spogliata
come se non ci fossi. Ho visto il suo sesso come mai prima, ho avuto
un pensiero strano, che io ero uscito proprio da lì: quante vite fa?
Davvero per un istante ho sentito riavvolgersi tutti i miei giorni
fino all'ultimo, ed erano tutti inutili. Io mi sentivo invecchiare in
un attimo, il film di me stesso che s'inchiodava come una freccia
davanti a quel sesso. Mi trovavo lì, in piedi mentre lei provvedeva
in qualche modo alla sua persona, ed era una cosa normale per quanto
fosse ingiusta, intimamente atroce; uno squallore quasi affettuoso.
Ho sentito l'amarezza profonda di chi si sente ingannato dalla vita,
preso in giro da un Dio ignobile, meschino. Sentivo che l'intera vita
non era servita a niente, non era stata niente. Che non c'era rimasto
altro che dolore. Un miraggio, un incubo. Tutta la mia fatica, il mio
coraggio. Tutto volato via dentro un soffio rabbioso e adesso era
tutto vuoto. Tu sai quei corridoi del metrò quando non c'è nessuno
e in fondo non c'è niente di niente. Ecco perché ci andavo così
spesso, ecco perché mi piaceva restarci sepolto. Sentivo, senza
poterlo spiegare, cosa mi aspettava. Mi preparavo. Io lo sapevo, l'ho
sempre saputo. E non ho mai smesso di saperlo, mai neppure un giorno.
Dopo, a casa, ho mangiato, poi mi sono allungato sul letto. Mi sono
assopito e mi è venuto in sogno mio padre e non l'avevo percepito
mai così presente. Non so in che posto stavamo, forse la casa dove
mi ha cresciuto. Era tutto sfocato, fluttuava. Avevo l'età di
adesso, non un bambino. Alla fine è svanito via, come risucchiato,
ma prima mi assicurava ci saremmo riuniti presto. Ma io non ci credo,
perché lui non c'è più, non c'è mai stato e presto neppure io
sarò mai stato.
Pochi giorni prima che mia madre morisse di un tumore diffuso ovunque in quasi ogni parte del suo corpo le cambiai il pannolone, la biancheria intima e poi i vestiti che indosso' fino alla morte e lei mi guardo' e a sorpresa, con quel sorrisetto da ragazzina che mai l'aveva abbandonata, mi disse che le dispiaceva di non essere riuscita a comprare un regalo per per la mia ragazza che compiva gli anni di li' a pochissimi giorni. Quelle poche frasi, sussurrate con una carezza sulla mia guancia, sono uno dei suoi insegnamenti piu' grandi.
RispondiEliminaPochi giorni fa è successo anche a me, mentre veniva cambiata, di vedere il sesso di mia madre. Ho avuto la tua stessa reazione . Lei non si è vergognata. Prima non si sarebbe fatta neanche vedere il sedere x le iniezioni. Ti sono vicino. Oliviero malaspina.
RispondiElimina