Questi occhi tradiscono stanchezza, sofferenza, e una disperata voglia di sorridere. Non darla vinta alla vita. Sono sguardi di ragazze sole, di uomini superati, di gente sconfitta, che ha osato, ha sbagliato o semplicemente troppo buona. Troppo fragile per difendersi. Peggio ancora, incolpevole capro espiatorio, capriccio del caso cieco. In teatro (quando mi chiamano) mi piace portare piccoli eroi passati per ingiustizie, traumi, prove inaudite: davanti ad altri occhi, le loro ferite si fanno spettacolo, non nel senso che di solito si usa, quello della televisione, delle lacrime che fanno mostra di sé: sono, invece, spudorati cedimenti, eccessi di sincerità, fragilità senza alibi. Sono squarci di fiducia. È il dolore che non perde dignità, anzi la raggiunge mentre si confida...
(da "C'ero una volta")
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