Mi prendo dieci minuti di
tregua e li spreco in una considerazione futile, forse soltanto
all'apparenza. T'inoltri per un mattino peraltro splendido, d'un
divino autunno estivo, sai che t'attendono momenti ladri,
faticosamente vani, anche tragici: e ti rimbomba una
canzonetta come “il Triangolo” di Renato Zero, sei ammattito?
Eventualmente, o magari posso divagare per il potere della gioventù,
le Madeleines proustiane e tutti i cazzi che dentro ci vuoi mettere.
Propendo per una e una notte, soltanto, della weltanschauung: noi,
poveri mortali, abbiam bisogno anche, direi soprattutto, di
canzonette allegre di finta leggerezza; che ci scortano, confortano, ci
tengono compagnia, ci tengono in piedi: se, al loro posto, mi dai la
rottura di coglioni di un improponibile Zerovskij, che ci faccio a
parte tendere al suicidio? D'accordo, non è che posso aspettarmi
sempre Triangoli, Baratti, Cieli, Tue Idee, perché, ha ragione Mara
Maionchi, ha ragione da vendere, i Pintucci, i Bigazzi, aggiungo i
Caviri eccetera, non nascono sotto ogni cavolo e soprattutto non
nascono più: ma almeno un refolo, vestigia, tracce dell'antica
grandezza, un qualcosa: niente. Gli artisti, questa la tragica
verità, sono dei provinciali, tutti, che si vergognano delle cose
eccelse in gioventù, vogliono sempre crescere, crescere, diventare
grandi, diventare seri, diventare guri, diventare coscienze,
diventare fari, diventare certezze, loro sono loro e noi non siamo un
cazzo. Gli artisti, questa è la mesta verità, non gliene fotte
niente della gente, se non una volta a settimana per la classifica
Fimi, quello che davvero vogliono è ingraziarsi la critica, la quale
vuole ingraziarsi gli artisti: ne deriva un groviglio di compromessi,
falsità, lusinghe, Tubinghe, recensioni-giocattolo, affarismo da tutte le parti
che è tra le cause, neppure secondarie, dello stato dei fatti. Fa'
il tuo mestiere! Intrattieni, divertiti divertici, lasciaci pensare, sì, ma
con la nostra testa! E pensa con la tua. Non il contrario, i critici
poi sono i più codini, i più stupidi dell'universo mondo: allora,
se lo sapete bene, perché vi affannate a volerli convincere? Perché
sapete che la pubblicità passa di lì, anche se oggi molto meno,
perché più ve la tirate da diversi, irregolari, (ex) scomodi, (ex)
antagonisti, (ex pionieri) e più siete conformisti, attenti al
soldo, arcitaliani. Ma tutti eh, tutti, anche gli
indipendenti, da cosa?, gli alternativi, da cosa?, i moderni, di
cosa? Tutti che vogliono fare le cose che pensano, così poi sbarcano
a X-Factor.E a noi non resta che di-struggersi dietro una
canzone che fu, mentre andiamo incontro al nostro destino fatto
d'ingratitudine.
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