Giornata più buffonesca
di questa sarà difficile trovarla. Comincia Junker, che prende anche
per il culo: “Sui profughi Italia eroica”. E Gentiloni che
pateticamente chiede “risposte concrete” mai arrivate in 25 anni
e che mai arriveranno. E Minniti che praticamente dice “Siamo al
tracollo”. Ma è davvero uno scandalo, ignobile, inverecondo, che
continuino a partire, ad arrivare (e ad affogare) al ritmo di cinque,
diecimila al giorno: ma come fanno a non muovere un dito, ma perché
non li bloccano, non li presidiano, perché non bombardano i barconi
in attesa (vuoti, ovviamente)? Perché questa tratta - perché è una
tratta - di esseri umani fa comodo a tutti, in primis alla Chiesa che
difatti non vuol sentir parlare di chiusura dei porti o di qualsiasi
misura che argini gli sbarchi e in tal modo conferma la sua natura
di potere irresponsabile e balordo. Ma non c'è solo lei, c'è tutta
la filiera dei trafficanti che mette insieme utilitarismo umanitario,
populismo cattocomunista, le ong che rivendicano impunità
extraterritoriale, quelli dei centri di raccolta, un affare che non
finisce mai. Al farsesco non si sottrae la Merkel che convoca i capi
europei per farli rigare dritto sul clima e l'ambiente, per il quale ha già
bruciato 56 miliardi in energie rinnovabili che non hanno rinnovato
niente (13,7 miliardi l'Italia). E Macron, il presidente alienato?
Lui i migranti li respinge con la scusa di distinguere tra profughi
di guerra ed economici e così passa in un lampo grottesco da ragazzo
della provvidenza europeista con la moglie teen-ager a deviato che si
scopa sua nonna. Intanto però è un altro
cerino acceso che, d'intesa con la Germania, rimane in mano italiana, un cerino grande quanto un
continente (altro che “risposte concrete” dalla UE). In tutto questo, Mattarella, patologicamente anaffettivo
più che mai, va in Canada a dire “la riprefa italiana è in corfo”
e i cronisti locali lo guardano come un balengo.
Una giornata di ordinaria farsa, fino alla prossima.
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