Ho appena sentito il
telegiornale e debbo parlarne, se preferite sfogarmi. Perché quello
che ho appena sentito è un vaneggiante servizio sulla ex sindaca di
Lampedusa Giusy Nicolini, la Obama del Mediterraneo, la Giovanna
d'Arco renziana, “quella tosta” che, secondo il telegiornale Rai,
non è stata riconfermata per livore, per la meschinità degli
isolani invidiosi della sua popolarità, frutto della indomita
generosità verso i migranti. Stiamo scherzando? Chi ha confezionato
un servizio ultrà come quello dimostra di avere sbagliato mestiere,
la suffragetta doveva fare, non l'analista politica. La Madonna
solidale non è stata rivotata perché i suoi concittadini, come
molti italiani dalle Alpi al Lilibeo, semplicemente non ce la fanno
più. Di cosa? Delle prediche della Boldrini, del disprezzo di chi
non c'è, di sentirsi delle merde se non si annullano, se non tengono
sempre le porte spalancate, di vedere la loro isola cancellata,
ridotta ad un colossale e perenne centro di accoglienza. Si stanno
stufando, gli italiani, di essere obbligati, condannati a una
solidarietà a senso unico, per la quale pagano prezzi sempre più
alti e in più si sentono rampognare, dal papa da centro sociale, dal
presidente-Algida, dall'Unione Europea, dagli intellettuali dei piani
alti, dai telegiornali. Una solidarietà che, come insegnava Sergio
Ricossa, quando è illimitata, a fondo perduto, priva di
organizzazione e di sbocchi, finisce per fare più danni che
vantaggi. Fino adesso i nessuno da nord a sud si sono fatti
scrupolo, sentiti in colpa col ricatto classista, vergognati
dell'egoismo che altri tatuavano loro addosso; adesso non gli importa
più o per meglio dire non ce la fanno più di marce, di
compatimento, di venire trattati come mentecatti. Ne hanno anche
pieni i coglioni delle follie, dei deliri e delle inettitudini
grilline e dimostrano di privilegiare chi mostra, o finge, di
comprenderli, di ascoltarli, promettendo loro più sicurezza e meno
paternalismo. Qualunquisti di destra, populisti di ritorno? Se vi
pare, ma certo un politico appena accorto ne terrebbe conto in vista
di elezioni che poi arrivano sempre troppo presto. Uno invece che si
culla nell'illusione francese, continuerà a disprezzare, senza
capirci niente, chi ha votato non per razzismo ma per preoccupazione,
per esasperazione.
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