La verità è che non c'è
niente che possa andare bene. Studi, ci lasci gli occhi e le notti e
ti convinci che sì, certo, i sistemi di democrazia diretta sono
dittature in boccio, che i progetti per fare l'uomo nuovo sono
tirannidi, che rispetto a comunismi e fascismi è molto meglio la
libertà di mercato – e il mercato non è la finanza e non è
neanche la fila delle bancarelle del quartiere, è uno spazio dove
gli uomini si incontrano, combinano, scambiano, nel segno della
libertà. Però alla fine della fiera ti rendi conto che anche questo
sistema è una illusione, dunque un'impostura: funziona per gli
eminenti, agisce nelle lobby, nei ricevimenti e le cene con il
giudice, l'avvocato, il sindaco, il governatore, il banchiere,
l'industriale, il capo delle guardie e così cane non mangia cane e
tutti vivono felici e contenti (la formula teorica è che “le
informazioni non sono simmetriche”, ma è tutta una questione di
paraculaggini di potere, al solito). Lo Stato fa leggi truffaldine al
limite del demenziale, il Mercato serve a chi lo tiene per le palle e
non sarà colpa dello Stato, non sarà del Mercato, sarà che si
possono conciliare come dicono in tanti, fare le più belle alchimie
del mondo e dargli i nomi più suadenti dell'universo, ma alla fine
di giusto non resta niente, che possa andar bene non c'è niente.
Perché a farle, tutte queste cose belle, e promesse, e costruzioni
teoriche mirabili, e anche religioni, sono gli uomini e gli uomini
sono quelli che sono: gente da cui stare alla larga.
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