Nessuno qui ha il diritto
al paternalismo, quindi sarebbe il caso di non abusarne; per quanto
mi riguarda, provo se mai sincera solidarietà coi cattolici i quali,
per missione o per contratto, debbono esaltare il papa di turno anche
se dice l'esatto contrario di quello precedente, e anche se dice
delle profonde assurdità. E debbono gioire anche quando
ufficialmente le gerarchie aprono a un losco figuro come Grillo, il
quale fino a un mese fa voleva sbaraccare il Vaticano insieme ai suoi
giornali. Proprio così: la testata dei vescovi oggi si sente, per
bocca del suo direttore, “per tre quarti in sintonia” coi
grillini: i quali non vogliono immigrati tra i piedi (mentre
l'inquilino del Vaticano ne vuole di più), detestano l'Europa,
credono più nel mistero del complottismo che in quello della
Trinità, nutrono credenze esoteriche, vorrebbero impedire i vaccini,
hanno un rapporto come minimo insofferente con gli ebrei, covano
tentazioni razzistiche e autoritarie, mostrano un rapporto più
nominale che reale con l'onestà, indulgono in frequentissime
violazioni dell'ottavo comandamento, fanno professione di laicismo,
appoggiano testamento biologico, droghe leggere, fecondazione
eterologa, avversano la sussidiarietà clericale, osannano uno che è ricco da far schifo e predica la decrescita, e via dicendo.
Senonché, secondo Avvenire, per tre quarti ci siamo. A casa mia, chi
solidarizza con un cialtrone non è molto diverso, per cui, se il
direttore Tarquinio solidarizza con Di Maio (sulla stronzata
medievale dei negozi chiusi la domenica), mi ritengo libero di trarne
la logica conclusione. Evidentemente non la pensa in modo diverso la
stessa Famiglia Cristiana: “Non c'è argomento etico che non veda
il Movimento 5 Stelle sulla sponda opposta alla dottrina della
Chiesa”. Ma per Tarquinio, direttore di Avvenire, per tre quarti ci
siamo. Per quell'altro ineffabile individuo che è monsignor Galatino, il Michele Emiliano della CEI, pure.
A questo punto io provo,
dicevo, sincera solidarietà per tutti quei cattolici, specie di
sinistra, che fino a ieri consideravano, coerentemente, Grillo il
male puro e oggi, contrordine fedeli, debbono adeguarsi (Famiglia
Cristiana permettendo): non per niente si parla di “mistero della
fede”, ed io rispetto perfino la mancanza di imbarazzo di chi,
invece, dovrebbe provarne almeno un po'. Ma che mi si venga a dire
che una (doppia) intervista tanto ammiccante al boss grillino sia nell'ordine delle cose, normalissima
testimonianza di autonomia anziché avallata in supremo
loco, utile, nelle intenzioni, ad avvicinare certo populismo
cattolico a quello grillino, questo vuol dire far torto
all'intelligenza: non la mia, evidentemente, e allora mi piglia la
tentazione non del paternalismo, ma del compatimento.
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