C'è una perennità nelle
cose umane e la perennità resiste quanto più si dice che le cose
debbono cambiare. Specie in Italia. La compagnia di bandiera Alitalia
è tradizionalmente la più ipergarantita, sprecona, inefficiente e
arrogante al mondo, le venti o trenta sigle sindacali che la blindano
le hanno sempre assicurato privilegi e lussi assurdi, stipendi da
calciatori, casse integrazione lunghe otto anni ed è costata finora
sette o otto miliardi: ad ogni avvisaglia di fallimento i sindacati
intervengono e infine la salvano, altri miliardi buttati fino alla
prossima volta. Così i nostri cantanti il primo maggio vanno ad
alzare il pugno chiuso per le scopate dorate di piloti e hostess,
ovvero l'autentico comunismo se non l'avessero frainteso. Si dice
sempre che bisogna calare le tasse e infatti le tasse aumentano,
adesso è pronta dietro il velo una stangata da ulteriori 40
miliardi, che rinviano solo perché altrimenti Grillo piglia un
potere bulgaro. Ma la faranno perché così impongono l'Europa che
“deve cambiare” e lo stato sociale che, pur alla frutta come
Alitalia, non cambia mai, vien sempre foraggiato. Tra le cose da
cambiare, anche la cialtronaggine dei politici. Poi una mattina in
macchina capiti sulla soorifera Radio 3 e c'è l'aspirante segretario
PD Emiliano che tutto allegro canta “Garibaldi fu ferito, fu ferito
ad una gamba”. E allora capisci che l'unica cosa che cambia è la
tua salute. In peggio.
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