Emozionarmi per un nuovo
disco, consumarlo di ascolti. La gioia nascosta in un giorno di
pioggia, la danza delle gocce dietro i vetri, l'incertezza del mondo
come è. Sentirmi vivo in mezzo a gente viva. Il senso di
appartenenza a una città che viene dai raggi di sole su un balcone,
addosso ai muri di un palazzo a rimbalzarmi nell'anima. La magia del
tramonto quando tutto non è più e niente non è ancora. Il silenzio
improvviso, quando la città rifiata, che non dura. L'aria accesa di
maggio e mangiare a un tavolo scortato da piccole siepi. Il
significato della notte, che accende tutto, che lucida ogni cosa. Le
luci rosse sopra un grattacielo, e il sapore acre della strada. La
felicità franca, infallibile e eterna di quando ritrovo il mare. Una
epica partita di pallone. L'illusione di poter conquistare ogni
ragazza. La certezza di scuotere il mondo in uno scritto. Poter
essere scemo insieme a quattro amici. Il diritto a perdonarmi, a
sbagliare e a lasciar perdere, niente che sia mai definitivo.
Un'altra primavera, e un'altra estate. La sensazione d'aver capito
tutto; d'essere infine diventato grande. Un mondo dove qualcuno ancor
si salva. Corse notturne in Vespa senza meta, a scandir semafori e
piazzette, all'esplorazione degl'imbuti. La frenesia di alzarsi al
mattino, incontro a un nuovo giorno di avventure. I libri nuovi dei
miei scrittori preferiti. I pomeriggi latitanti indolenti, rifugiato
in camera, stordendomi di letture, di ascolti, di luce di abat jour.
La consolante sensazione di avere tempo, da perdere, da usare. Quel
senso di pericolo a un luna-park. Sapere d'essere atteso, avere un
posto. Sedermi al piano e rifare una musica ascoltata. Scoprire un
nuovo accordo di chitarra. L'epica di un fumetto consumato, letto
mille volte e amato sempre. Il ritorno al mio mondo dopo il mare.
Sentirmi in armonia con la mia età. Sognare di fuggire via su un
camper. Cambiarmi la giornata con un niente. La certezza che domani
sarà tutto, da domani tutto sarà nuovo.
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