Mia moglie deve
riscuotere (da oltre un anno, il giudice delegato si era sbagliato,
poi l'ufficio era scoperto, poi i ritardi, poi la mancanza di
risorse, poi una in pensione non rimpiazzata, poi le macchie solari,
signora mia...) una fattura dallo Stato per una difesa d'ufficio: è
da stamattina che ci impazzisce, procedure on line da fare
impallidire un burocrate d'antan, quella della semplificazione
digitale è una post verità. In dirittura d'arrivo, l'ultima radiosa
scoperta: per potere emettere fattura, bisogna pagare. 5 euro e passa
la paura. Tradotto: per essere pagato (in ritardo) devi pagare tu
(subito). Ecco, moltiplicate questa filosofia per dieci, cento,
centomila ambiti e avrete la cifra esatta di questo Paese che
liberale non sarà mai, che statalista resterà per sempre, che
bofonchia contro la burocrazia ma è burocratico fin nel midollo (basta vedere come scrivono gl'italiani), che
predilige il "pubblico" come cosa sua salvo lamentarsene
ogni volta che lo riscopre, con tutta evidenza, cosa dei burocrati e
dei politici. Anche per reclamare contro il controllore balordo che
mi ha trattato come il delinquente che non ero, ci è voluta una
mezza mattinata, e non mi aspetto risposta: tutto perché Trenitalia
di fatto è un monopolio pubblico, e quindi fa e maltratta come le
pare. Questo è il Paese dove ogni riforma viene boicottata in quanto tale. Dove un referendum spacciato "contro la
privatizzazione dell'acqua" viene votato a furor di popolo, e il
risultato è che il suo primo promotore, l'ex governatore pugliese
Vendola, come primo effetto triplica le tariffe dell'acqua pubblica"
e riempie il relativo ente di suoi clientes. Dove il suddetto
annuncia il ritiro dalle ambasce politiche (non era vero, è tornato
a galla) perché, a 57 anni, può vivere di rendita con due o tre
superpensioni "in nome del popolo" e si dedica all'acquisto
di figli su un postal market in California. Dove l'unica destra che
si conosce è di derivazione fascista, e quindi più statalista
ancora della sinistra. Dove si perdono le notti nell'ennesima
patologica scissione della mitica sinistra, e si scindono perché litigano su chi è più di sinistra ovvero statalista, guidata da uno che vuole
"tornare alle cooperative socialiste perché ci lavorava mio
padre, ci vuole più Stato, più province, più enti, più diritti e
più tasse, perché le tasse sono importanti". Così parlò
Bersani, un freddo pomeriggio di novembre, prima di perdere le
elezioni per l'ennesima volta. E c'è chi lo considera uno statista,
proiettato nel futuro per di più.
L'auto che utilizziamo in famiglia io e mia moglie è intestata a mio padre. A marzo 2016 purtroppo il babbo viene a mancare.
RispondiEliminaAllora facciamo che mi intesto io l'automobile; eh no, non si può mica. L'auto passa a tutti gli eredi, 1/3 a me medesimo, 1/3 a mio fratello, 1/3 a mia madre.
Costo totale per il passaggio ereditario intorno alle 500 euro.
Chiedo all'omino dell'ACI: sì ma io vorrei intestare l'auto a me come unico proprietario, che debbo fare?
Risposta: prima si fa il passaggio ereditario 1/3 1/3 1/3 a 500 euro; poi, in seconda fase, si fa il passaggio di proprietà all'unico proprietario con ulteriore botta da 600 euro.
Eh no col cazzo, allora caccio le 500 euro e lascio l'auto intestata a tutti e tre.
Il bello è che a luglio 2016 scade l'assicurazione: a chi è intestata l'auto? Ah, è cointestata a 3 persone: allora per il calcolo della RCA si deve considerare
quello con il punteggio più scarso, ergo quello più a rischio. Ovviamente mia madre, che è ultraottantenne e non ha manco la patente.
Va bene, allora da oggi vado in giro a 90 gradi e coi calzoni abbassati così mi inculate senza neanche far fatica!
Risultato: ad agosto 2016 anche mammà viene a mancare. Non vi racconto dei soldi cacciati per i 2 funerali e delle beghe per la cremazione; se vi muore un parente bruciatelo in casa, fate
sparire le ceneri e non dite un cazzo a nessuno. Adesso si balla per la casa, che era intestata a mio padre, poi 1/3 1/3 1/3 a tutti i soliti eredi, adesso 1/2 a me medesimo
e 1/2 a mio fratello.. mi sa che quest'anno vengo a mancare pure io, se non mi becca una malattia mi suicido che faccio prima.
Ah no, col suicidio poi chissà a mio fratello quanti cazzi che gli arrivano per l'auto e la casa.
Un caro saluto da un Paese di merda!
Sandro
Ci sono passato, con l'auto, uguale uguale...
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