Capita che un artista
bravo, capace - anche un amico, ma questo non rileva - faccia un
video e lo metta su youtube. Capita che il video circoli, come
merita, ma capitano anche i soliti stronzi che, preoccupati dal
talento, trovino modo di inserire commenti offensivi senza capo né
coda: internet serve a questo, non è vero?, dalla post verità
all'eterna pochezza avvolta nell'anonimato. Non spiegano, insultano e
basta e non conta che abbiano dodici, venti o cinquant'anni, che
siano imbecilli da cameretta o aspiranti mostri di quelli che non
dispiacciono a don Mazzi, comunque è gente inutile, miserabile, la
loro storia si esaurisce alla nascita, la propria viltà non consente
identificazioni ma tanto non cambia mai, ha sempre lo stesso sapore
dell'invidia sordida, rancorosa. Il mio amico è un po'
deluso, ma gli consiglio di far tabula rasa: gli inutili, i falliti
vanno eliminati sempre e per sempre, non servono neanche come concime
e non sta scritto da nessuna parte, non c'entra niente con la
democrazia lasciare che i propri sforzi, l'inventiva, la speranza
vengano avviliti da qualche ectoplasma senz'arte né parte. Tra
questi, i sedicenti esperti che criticano a casaccio, che contestano,
da quale pulpito non si sa, l'arrangiamento oppure le riprese o chi
sa che altro: sono i laureati "all'università della vita"
o di Google, Sono i troll, nel gergo smanettone, gli webeti come li
chiama Mentana, sono i disperati e i grillini in servizio permanente
effettivo, insomma i fantasmi, i battoni dei marciapiedi digitali,
non hanno faccia ma il loro tanfo te lo ritrovi dappertutto, quelli
che si definiscono giornalisti, specializzati nel mandar lettere ai
giornali e nell'invadere qualsiasi forum di mosche riescano a
intercettare. Un non si sa chi, sul suo inutile profilo ha messo
Rovazzi, la nullità da youtube, quello di Andiamo a comandare. Ma
vai a morire in un frontale, te e Rovazzi.
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