Per chi digrigna tutti i
sogni e intrappolato nella vita non crede più possa cambiare e non
imbocca via d'uscita. Per chi rimane senza scampo. Per chi oramai ha
esaurito il tempo. Per chi non ha un'altra occasione e mai una volta
che ha ragione. Per chi non prova una vendetta e di sconfitte è una
vedetta e trova modo di scontare tutti i dispetti di ogni cuore e non
ha un Dio sul comodino e non rinasce mai al mattino. Per chi ci perde
anche se vince e ormai s'arrende, tace e piange. Per te, deserto nel
deserto tra mari di panchine morte nella via crucis di lampioni sotto
i tuoi passi senza suoni. Per te che affondi nella nebbia e non c'è
rabbia, solo dubbi che non ti lasciano tranquilla, per te che non hai
mai una stella per orientarti nella sera, per te, che quando è
primavera è come prima, è una bugia, per te che fuggiresti via ma
sarai la catena tua. Per te, gabbiano con le ali incatramate di
rimpianti, per te, le mani senza guanti e in capo quel vecchio
foulard. Per te che scrivi e sei sconvolta e un'altra volta ti
alzerai per una guerra senza eroi, per te che non protesti mai. Io
sono qui, racconto ancora solitudini, paura e la vergogna di rinunce,
cerchi concentrici di guai e lacrimoni sulle guance che forse
asciugheranno mai. Per te, che butti via Natali e vivi dentro a
funerali d'allegria, della speranza, con la pazienza di una stanza
dove rimane tutto uguale e il buio sopra il davanzale. Per te che
dentro hai la bontà di una dolce fragilità che ti condanna a
perdonare: io non dimentico il tuo amore.
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