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CODE DI PAGLIA PER UNA STRAGE


Vibrante sdegno ha suscitato la scoperta di profili social xenofobi relativi alle due guardie di polizia che hanno freddato il tunisino stragista di Berlino a Sesto San Giovanni, dove evidentemente era atteso sia da compari jihadisti che dai servizi di sicurezza. Sdegno che parte dalla constatazione di assunti sicuramente sgradevoli, beceri dai due graduati, ma è bellamente strumentale, ovvero ha la coda di paglia, per svariati motivi. Il primo sta nel confondere parole e atti: due esponenti di polizia intervengono ufficialmente per il controllo di un sospettato che si rivela pericolosissimo e cerca di farli fuori: che facciamo, consideriamo la situazione per quella che è o ci rifugiamo nell'indignazione politicamente corretta per due bacheche Facebook? Fermo restando che gerarchicamente chi è dedito ad attività di tutela dell'ordine pubblico non dovrebbe essere lasciato libero di produrre esternazioni del tutto fuori luogo, per quanto se ne sa non risultano nei due soggetti in questione atti persecutori o discriminatori verso chicchessia; risulta invece una operazione pericolosa, conclusa chiurgicamente con l'eliminazione del pericolo. Cosa che avrebbe dovuto originare una concordia comune anziché la canea con cui si confondono immigrati, profughi o rifugiati con un criminale infame come questo Anis Amri, uno che viveva per sterminare. Uno così o lo fai fuori, tanto più che appena lo scopri ti spara per primo, oppure ti assumi la responsabilità delle ulteriori stragi che farà, come per tutti i responsabili di eccidi e attentati negli ultimi anni, invariabilmente noti agli apparati di sicurezza ma incredibilmente lasciati liberi di imperversare. Eliminare un individuo del genere non era solo giusto, era inevitabile: ogni altra considerazione è grillina. Coda di paglia è anche arrivare a ritenere tutte le divise indistintamente soggette a una simile attitudine: non è affatto così, non lo è più da un pezzo, più realisticamente si può affermare un ventaglio molto ampio di sfumature in seno ai corpi di polizia che va dai nostalgici del Duce a gente di sinistra convinta; chi scrive ha conosciuto soggetti inclini ad ogni posizione politica, ma tra i suoi lettori annovera soprattutto poliziotti, carabinieri e finanzieri progressisti, a dimostrazione che è in atto una mutazione, lenta ma irreversibile, delle sensibilità interne ai corpi di difesa; poi, pretendere che gente spedita a rischiare la pelle coltivi deliranti convinzioni da noglobal, pare francamente eccessivo, e anche evitabile. Ma la coda di paglia più frusciante è quella che considera uno stragista seriale come questo tunisino una vittima, un perseguitato, un giustiziato dai regimi di polizia: di solito, a sragionare così sono i nostalgici della rivoluzione permanente, i fiancheggiatori delle Brigate Rosse, quelli cresciuti nel mito del Che Guevara che solo alle dipendenze di Castro s'incaricò di far fuori 21.000 "controrivoluzionari". La sinistra cosiddetta radicale ha della violenza soreliana un concetto un po' alla Patty Pravo, oggi qui, domani là. Secondo convenienza. Ma un Paese che si duole per l'eliminazione di un fanatico irreversibile, allevato alla scuola dello sterminio, ha già perso una guerra che comunque lo riguarda e che investe un Occidente che più subisce attentati e più si trastulla in sensi di colpa estetici (e ipocriti).  

Commenti

  1. E chi sono le code di paglia che pontificano dal basso dei loro squallidi profili? I soliti: grillini, selvagge lucarelle, altri parassiti da social postmoderni che, personalmente, mi fanno schifo quanto una jihadista.
    vit

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