Il nuovo ministro di
Polizia Minniti sarà, fin che dura, un ottimo ministro perché,
venendo dalla scuola comunista, è bravo a mentire e anche a
contraddirsi in modo spudorato. "In Italia la sicurezza
funziona" ha commentato dopo l'uccisione dello stragista
tunisino di Berlino che via Francia era arrivato fino a Sesto San
Giovanni, hinterland milanese dove stanno cellule terroriste e questa
è per l'appunto una operazione sofisticata di sicurezza strategica:
lo hanno lasciato passare, messo nel mirino e liquidato. Sì che i
conti non tornano nel modo in cui è stato illustrato questo epilogo
a poche ore dal massacro e cioè come una casualità, i due agenti,
uno persino in prova, che in un banale servizio di pattuglia alle 3
di mattina trovano uno agitato, lo fermano, quello tira fuori una
pistola, ne ferisce uno ma cade fulminato. Caro ministro, lei è il
degnissimo successore di Ugo Pecchioli che nel PCI era il ministro
dell'Interno ombra, quello incaricato di tenere i rapporti con i
Servizi; oggi i Servizi li gestisce lei, e si merita i nostri
complimenti, ma delle due l'una: o la scoperta del tunisino fanatico
è stata una fatalità e allora non ha senso parlare di sicurezza che
funziona; oppure c'era dietro un apparato di interforze che ha
lasciato all'Italia la soluzione finale e allora non ha senso la
ricostruzione basata sulla casualità. Ma che dovrebbe fare un
ministro di Polizia se non giostrare nella zona grigia di una
improbabile sincronicità junghiana? Caro Minniti, nessuno può
credere che due novellini finiscano col pescare alla lotteria l'uomo
più ricercato d'Europa, ma lei fa bene a prenderci per il naso: è
quello che va detto in questi casi, è quello che tutti vogliono
sentirsi dire in situazioni del genere, la Polizia costretta a
sparare, a neutralizzare la minaccia ma in modo "casuale".
Magari si potevano tenere nell'anonimato i due poliziotti, ma se li
avete dati in pasto ai media vuol dire che era inutile tenerli
coperti e sarà opportuno invece farli sparire. A Bresso, confinante
con Sesto, per dire, stava da 20 anni il foreign fighter Hamed
Tascour, recentemente localizzato in Iraq. Altro che "caso
isolato"! Dopodiché, né Minniti né nessun altro entra nel
merito dei dettagli della fortunata operazione e anche questo è
perfettamente comprensibile, ci sono emergenze sovranazionali che
vanno affrontate nel modo più discreto possibile e pazienza se le
versioni ufficiali saranno lievemente surreali. La dichiarazione
dello stesso Gentiloni, rivolta alla UE, "Sulla sicurezza serve
collaborazione internazionale", è di una trasparenza che non
lascia adito a equivoci: noi la nostra parte l'abbiamo fatta ma non
potete sempre delegarci il lavoro sporco conseguente alla vostra
inettitudine. Quello che conta è che oggi c'è un fanatico criminale
in meno, che Fabrizia e con lei le altre 11 vittime sono state
vendicate. Visto che a volte non si può fare altrimenti.
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