Sulla faccenduola dei
paraculi che praticherebbero "la lotta dall'interno", cioè
danno addosso a Berlusconi in fama di tiranno ma non al punto da non
farci affari, ho una expertise lunga come una quaresima: e fin da
quando Berlusconi faceva paura sul serio, perché metteva le mani su
tutto e non pareva avere chi lo contrastasse. Allora la battaglia era
opportuna, anzi necessaria, ed io, con troppa ingenuità magari, non
mi tirai indietro, in totale solitudine; ed era una battaglia non
contro il Berlusconi in sè, quanto con i pagliacci virtuosi che
facevano la fila davanti ai suoi uffici: tamburai, guitti, scrivani,
eccetera, giù giù fino ad arrivare al fondo coi Wu Ming. Non ne
mancava uno e io li punzecchiai tutti, prendendomi rimbrotti da ogni
parte: da Travaglio, l'ultima volta che lo vidi "Mi dicono che
hai attaccato Sabina...", ai lettori da centro sociale del
Mucchio, fomentati dall'interno e dall'esterno, col bell'effetto che,
per difendere le loro passioncelle (quando non se stessi medesimi),
finivano proprio per difendere l'esecrato tiranno donnaiolo, Silvio,
il Male. Naturalmente pagai solo io, con il progressivo isolamento e
con qualche incidente di percorso che all'epoca parve frutto di
sbadataggine, e in seguito mi convinsi essere invece il risultato di
un calcolo preciso - l'allora direttore Pippo che faceva "per
sbaglio" trapelare una mail privata, dove dicevo che il
giornalista schierato Baldoni era avventato; gli utili parassiti
subito pronti a tagliarla e cucirla in modo da stravolgerla; la gogna
simultanea sul forum del Mucchio, su Indymedia e, ma chi l'avrebbe
detto, sul sito dei Wu Minghia; l'indignazione, attenzione, di quelli
come l'emulo Scanzi, ancora impegnato nei selfie coi calciatori.
Del tempo ne è passato e
io me ne sono andato dal Mucchio e il Mucchio è finito e io pian
piano ho recuperato praticamente tutti i miei lettori (uno anche
ieri, via social). Ce n'è voluta, perché all'epoca mi dovetti
difendere da solo e lo stesso giornale mi aveva completamente
abbandonato a me stesso e agli errori, non in buona fede, di chi lo
dirigeva. Non mi giunse per anni una sola voce di conforto, nè
dall'interno, nè dall'esterno. Ma una consolazione mi resta, e un
risarcimento l'ho avuto: avevo ragione io, e la realtà s'è
incaricata di darmene atto. Adesso, al conflitto d'interessi di
quelli che sbraitano all'altrui conflitto d'interessi, non fa caso
più nessuno ed è normale, la faccenda si è decantata, è ormai
data per scontata, è acquisita: non ha neppure più senso ricordare
al guitto di turno che è un ipocrita. E poi Berlusconi ormai non fa più paura neanche a Giorgia Meloni. La fiammatina attuale si deve
a un parolaio del Movimento 5 Stelle, tale Di Battista, il quale
manda in libreria un suo prescindibile volumetto e per i tipi di chi?
Di Rizzoli-Mondadori, manco a dirlo. Cosa che ha mandato su qualche
furia i settari più accesi. Ingenui. Teneri, stupidi fanatici. Che
cosa si aspettavano? Cosa credevano, che uno così fosse davvero lì
a salvare coerenza, decenza e Paese? E perché questi lunatici non si
chiedono, tanto per gradire, con chi ha fatto il suo ultimo libro
(scintillante di stroncature possenti) il sodale, compadre, ghost writer, e si sente, gemellino
siamese del Di Battista, l'ex indignato Andrea Scanzi, in spolvero al
Fatto Quotidiano?
Nel mio piccolo posso dire di averti sempre difeso. E di averne anche pagato qualche conseguenza. Ma a me va bene così. Lo so che sembra una roba da leccaculo ma per me, anche quando non sono d'accordo con quello che scrive, resti sempre un maestro di vita, un uomo che mi trasmette emozioni e mi rincuora nelle mie scelte.
RispondiEliminaSolo grazie per tutti questi anni.
E' vero, i pochi che si azzardavano a sostenermi erano indotti a pentirsene. Grazie a te.
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