Ho notato che il termine
"moralista" ha cambiato significato, adesso lo si usa per
escludere, per marchiare a libera interpretazione, un po' come il
"fascista" degli anni Settanta. Il moralista urbi et orbi
non è più quello con la doppia morale, il bigotto che pubblicamente
si scandalizzava delle attitudini praticate in privato, è scaduto a
negativo del cinico: se uno non è disposto ad accogliere ogni genere
di squallore, nefandezza o miseria, ecco, è un moralista; intendi:
uno che non sa stare al mondo, che non lo conosce, che non ha mai
provato niente nella vita, un sempliciotto, provinciale no perché
oramai il conformismo sessuale-pubblicitario ha infettato anche
quella, ma un povero di spirito sì. Si potrebbe dire che il
moralista sta al perbenismo come il cinico al permalismo. Solo che io
mi sento di recuperare il perbenismo, se "per bene"
significa decente, educato, rispettoso della propria individualità
così come di quella dell'altro; non mi piace il tantopeggio, quello
che è per male a prescindere, l'aspirante rockstar o stella del
cinema, oltretutto senza il presupposto del talento. Ho passato i 50,
ho fatto casino come tutti i giovani, mi sono calmato come tutti
quelli che si avventurano nell'età della ragione, di certe cose vado
fiero, di altre meno, ma, se tiro un bilancio, non ricordo
particolari carognate: vorrei poter difendere questo traguardo
minimo, presentarmi davanti allo specchio che mi giudicherà e dire:
qualche incazzatura, ma mai fatto del male a nessuno, e mai finito al
di sotto della dignità. Mi guardo in giro e sento un gran bisogno di
pulizia: davvero i nostri fari di civiltà (al tramonto) si chiamano
Lapo, Corona e tanta altra gente da dimenticare? Davvero c'è da
provare empatia per la coppia balorda che faceva strage all'ospedale
di Saronno e disprezzo per l'infermiera che, sola contro tutti,
cercava di smascherarli? Davvero siamo ancora e sempre al figliol
prodigo, possibilmente in jet privato o coi milioni nel
controsoffitto? Si leggono cose da far spavento, perversioni
schifose, eppure le giustificano, le contestualizzano, ma andiamo,
chi è che non è un po' lurido? Beh, signori, potrei alzare la mano:
c'è qualcosa che non mi torna, e uniformarmi non vorrei:
ho passato la vita
cercando di meritarmela, e quella che mi resta vorrei continuarla
nella stessa scia e con questa faccia, che non ha addosso grandi
porcherie, presentarmi ancora a chi mi legge e poi un giorno
congedarmi. Chiedo troppo? Ingenuo,
sorpassato, moralista, va tutto bene, ma mi perdonerete se
prescinderò dal giudizio di immoralisti un tanto al chilo (di
merda).
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