Allora diciamole le cose
come ci pare che stiano, allora prendiamocele le facili accuse di
cinici, di sciacalli. Uno di quelli che hanno dimenticato il figlio
in macchina, uccidendolo, anziché stare nascosto polemizza, incolpa
lo Stato che non ha ancora fatto una legge. Proprio così, ci sono
infanticidi che pretendono "una legge perché queste cose non
succedano più". La legge e la app come suprema
deresponsabilizzazione, la colpa sempre scaricata, spostata più in
alto, genitori che condannano i figli piccoli a morte atroce e non
sentono nessuna colpa, nessun rimorso e se lo sentivano lo superano,
lo risolvono incolpando la istituzione superiore e impersonale che
non li tutela, non li obbliga, non li previene. La mente servile,
collettivista, refrattaria ad assumersi responsabilità di sorta,
anche le più evidenti e tragiche, sta tutta qui. Nel gioco dello
scaricabarile, delle parole false, delle affermazioni senza vergogna.
"Hillary è la mia donna ideale, la migliore" dice Bill che
l'ha tradita costantemente. "Lei è più preparata di me",
ammette Obama, ma non è che ci voglia molto. La Clinton deve essere
presidente perché donna, quello prima perché era nero e il
risultato sono stati l'Isis e Trump. Non questione di competenze ma
di lobby, di vittimismo strategico che ormai è una religione nella
religione. Un rottame marxistoide come Sanders può dare alla Clinton
il bacio della morte parolaia, "Non sono io ad essermi svenduto,
è Hillary che è diventata comunista", e lo applaudono come
esempio di tenuta, di sagacia strategica. La razionalità elementare,
la constatazione di una evidenza non contestabile vengono
continuamente sfuggite, maledette, condannate alla damnatio
dell'assurdità e del delirio. C'è una guerra santa? Basta dire che
non è guerra e non è santa, è reazione indotta dagli squilibri
sociali, insomma colpa di chi la subisce. Ci sono mocciosi kamikaze
che inneggiano all'Allah giustiziere? Basta chiamarli depressi. Ci
sono padri, madri che lasciano i figli in automobili come camere a
gas e se ne vanno per i fatti loro? Basta scomodare la prima cosa che
viene in mente, con preferenza per i deliri psicopolitici. Anche
l'ultima "mamma", quella di Livorno, era una depressa?
Anche lei vittima dello Stato che non impedisce a una genitrice di
dimenticare per 5 ore il figlio chiuso in macchina a 40 gradi? Ma che
gli dice a questi la testa, ma perché non restano zitti a meditare
sul dramma che hanno combinato? La follia umana non ha limite, ma è
superata dall'improntitudine. Depressi, smemorati, arriva la
psicologa televisiva, a sua volta vagamente stordita, che parla di
"amnesia dissociativa" ma non spiega come mai queste
raffinate sindromi ieri non c'erano, scoppiano tutte insieme come
mode estive, mode del post benessere che vorrebbe sostituire
l'istinto materno con una app. E magari li hanno lasciati a morire
perché erano troppo impegnati coi telefonini. Non diciamo che
l'hanno fatto apposta, diciamo però che questi genitori indaffarati
o depressi hanno uno strano modo di tradire il rimorso, la
disperazione per avere sbadatamente ucciso un figlio.
Commenti
Posta un commento