Facebook è la palestra
degli stupidi, dei senza arte né parte e come tale offre
interessanti indicazioni. Dopo l'attentato di Monaco il social
network si è riempito di desideranti che, millantando prudenza giornalistica,
tifavano Isis, dicevano: ma se non fossero loro, poveretti, i
terroristi, se fosse un tedesco? Quanto a dire la solita giaculatoria
cara a quelli di sinistra che si sentono scolarizzati, colpa nostra,
guardiamoci dentro anziché incolpare i popoli del mondo. Senza
capire che questa incertezza, questa incapacità di capire e
difendersi è comunque frutto di anni di terrorismo endemico, contagioso: l'Isis,
sia o non sia stato, ha subito rivendicato moralmente i nove morti
con queste parole esemplari: "Qualsiasi cosa che ferisce gli
infedeli diventa nostra". Tedesco, francese ma al
momento supremo urlano "Allah è grande". Ma pur di non
vedere, pur di non capire. La nuova frontiera del negazionismo
consolatorio, anche per le falle della sicurezza, è considerare questi stragisti dei semplici
balenghi, degli spostati indotti, questo il corollario,
dall'alienante sistema di vita occidentale, come diceva Marcuse 50
anni fa. Gira che ti rigira, sempre colpa nostra è. E in un certo
senso, che sia colpa dell'Occidente è vero: colpa direttamente di
una Unione Europea devastante per i suoi stati membri, sospinti,
nella latitanza di istituzioni deputate a difesa comune, ad adottare
una strategia di pura passività, di mera constatazione dei fatti; le
responsabilità vere tuttavia si pongono di riflesso e il candidato
repubblicano in America Trump sarà pure un personaggio che pare
uscire da un incrocio tra i Simpson e House of Cards, ma non sbaglia
quando dice che sotto Obama l'America e più in generale il mondo è
diventato un posto meno sicuro e più cruento. Obama ha sbagliato
tutte le sue mosse specie in politica estera, la sua credibilità è
minima, nessuno lo ascolta, ha aperto o trascurato i fronti esplosivi
in Siria, Iraq, Turchia, Libia, nel Medio Oriente, ha originato
primavere arabe risoltesi in disastri, neppure in casa gli è andata
meglio, le divisioni etniche, le stragi etniche l'America non le
conta più e non sono movimenti tellurici di una società in divenire
ma implosioni, ritorni al passato. Dove Trump sbaglia è
nell'additare il politicamente corretto, che sarebbe giocare con le
parole, l'ipocrisia del non dire: qui siamo al giocare con la logica,
siamo alla rimozione forzata di una guerra che c'è ed è religiosa e
imporrebbe scelte drastiche: il censimento serio di tutti gli
elementi islamici in Europa e l'allontamento di chiunque al di sotto
del ragionevole 100% di sicurezza, un giro di vite sugli ingressi, la
militarizzazione, traumatica ma non più evitabile, delle città e
dei luoghi sensibili. Perché viene un momento in cui i diritti della
democrazia liquida e ludica, tipo il postal market dei neonati, la
droga ricreativa, la sessualità percepita non possono più avere
priorità assoluta rispetto all'elementare diritto di vivere, di far
vivere i propri figli. Dicono: la sicurezza totale è impossibile, prevedere tutto è impossibile. Sì, ma la situazione non migliora se resti in una logica di pura rassegnazione, di accettazione supina. Dicono: ad accettare la guerra si finisce per
rinunciare alle nostre libertà. Ma quali non viene specificato, di
sicuro nel novero non c'è quella di ragionare, di vedere la realtà
in tutta la sua spaventosa urgenza, preferendo i riservisti di parata, le esercitazioni dei finti attentati perfettamente inutili.
Sì, a scorrere Facebook
pare di trovarsi nel pianeta di Utopia rispetto alla realtà reale
che è quella di attacchi e stragi ogni giorno in ogni luogo, islamici che impazziscono immolandosi all'Allah punitore, roba
che non la esorcizzi col poster di Lennon e la sua amica giapponese a
culo nudo o i piedi scalzi della Joan Baez, avvizzita reduce
dell'isola che non c'è. Ieri sera accompagnavo mia madre 83enne
all'unico momento trasgressivo delle sue settimane, il venerdì sera
in chiesa a sentire l'organo, un suonatore polacco eseguiva la Tripla
Fuga di Bach e lì capivi bene cosa vogliono questi deliranti,
vogliono impedire proprio questo, l'Europa delle cattedrali e degli
organi, dei vertici artistici che non smettono di alimentare
l'umanità a dispetto di tutto. Come se al fondo di questo
orrore ci fosse solo una abissale invidia. Non ce l'hanno con
"Imagine all the people", ce l'hanno con Bach e una infima
complicità gliela forniscono quelli che credono di avere studiato,
che mettono su Facebook le fotine delle loro gite mitteleuropee ma
alla prima occasione dicono, visto?, era tedesco, era francese.
La polizia tedesca ha escluso qualsiasi legame col terrorismo islamico, anche solo come fonte di ispirazione/emulazione(pare che il ragazzo fosse un ammiratore di Brevik). In casi come questo è sbagliato sentenziare a caldo prima ancora che la polizia inizi ad indagare, ci vuole prudenza, è da apprezzare il silenzio della Merkel rispetto agli sproloqui di alcuni politici e commentatori italiani( come Salvini, che ha copia-incollato le sue solite frasi fatte contro l'immigrazione, senza neanche informarsi. Lo sparatore era un cittadino tedesco, nato in Baviera da immigrati negli anni '90, anche se la Merkel avesse cacciato tutti gli immigrati recenti e i profughi, SAREBBE SUCCESSO LO STESSO. Gli immigrati naturalizzati non li puoi cacciare!)
RispondiEliminaSalvini come misura delle misure. Pur di non vedere.
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EliminaIo non sono di quelli che la religione o l'immigrazione non c'entra mai, ma IN QUESTO CASO NON C'ENTRA, bisogna prenderne atto
EliminaResterebbe da capire come mai tutti questi pazzi che tutti insieme sclerano inneggiando "Allau Akhbar". Fosse mai che invece qualcosa c'entrasse.
EliminaIn molti altri casi recenti il Jihad islamico, sotto forma di Isis o come fonte di ispirazione individuale, c'entra palesemente!
EliminaIn questo caso sembra di no, ma comunque ci sono motivi per interrogarsi sul malessere sociale e sull'emarginazione crescente dei poveri in molte città europee. E' probabile che il ragazzo che ha fatto la strage, sia stato per anni vittima designata di bullismo in quanto straniero e povero. L'integrazione non funziona come dovrebbe, non come ci si illude...e in Francia e Germania forse si tende a nascondere i problemi sociali e ghettizzare più che in Italia
Sì, abbiamo capito, è sempre colpa nostra, la pazzia indotta dal capitalismo ecc. Certa gente non cambia idea neppure se le mettono un petardo sotto al culo.
EliminaC'è questo equivoco per cui se gli attentatori non hanno tessera dell'isis allora vengono derubricati a pazzi isolati, ignorando la galassia di sigle dedite al jihadismo, e ignorando anche il semplice odio verso lo stile di vita occidentale per qualsiasi motivo di lana caprina. In queste ore si sentono molte arrampicate sugli specchi anche a causa dell'origine iraniana e quindi probabilmente sciita dell'assassino, cadendo nel tranello di individuare nei sunniti i cattivi e negli sciiti i buoni.
RispondiEliminasofisticherie a parte (come dice Massimo, ogni contorsione logica viene spazzata via dall'allau akhbar che precede sangue e lacrime), ciò che aumenta il mio spavento è che basta un 18enne apparentemente privo di addestramento militare di alcun tipo, a fregare senza fatica alcuna un corpo di polizia europeo che si suppone abbia una minima preparazione in caso di terrorismo. speranza vana.
vit
Lana caprina, proprio così. Anzi, fuffa, nemmeno lana.
EliminaMa lo sparatore 18enne ha detto davvero "allau al bar"? io mi sono visto tutti i video, e ho seguito tutti gli aggiornamenti sulla versione online del Sueddeutsche Zeitung(un quotidiano bavarese), e "allah akbar" non si sente e non si legge da nessuna parte.
EliminaC'è solo un indiscrezione della CNN che ci sarebbe una testimone che avrebbe sentito gridare "allahu akbar" ma non si sa se è vero, la notizia non è stata confermata, e in questi casi a caldo escono tante di quelle notizie false pur di fare sciacallaggio... Se nei prossimi giorni la cosa fosse confermata sono pronto a ricredermi, per il momento mi fido più delle notizie ufficiali che delle voci!
potrei pensare che siano pazzi se facessero quello che fanno in una moschea, altrimenti fanno "solo cose da pazzi".
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