Neppure
dopo la strage di Nizza, non c'erano dubbi, cambia l'atteggiamento
degli sclerotizzati, quelli che hanno convinzioni indurite e non le
cambiano: più accoglienza, nessun sospetto, viva il multikulti. La
strage come occasione quotidiana da social, per chattare, per mandare i
cinguettii, ma non come tragedia vera, da vivere di riflesso, in cui
immedesimarsi, i pupazzetti del bambino confusi col bambino,
pupazzetto pure lui, una commozione grondante ma
in realtà frigida, zero empatia. Più
integrazione, dicono, senza riflettere sull'odio che è la matrice
delle stragi, che è il rifiuto di ogni integrazione. Più
multikulti, insistono, senza constatarne i fallimenti, senza
soppesare formule diverse, una integrazione distinta, che si piega
alle regole di chi ospita anziché il minestrone senza senso e senza
regole. Non siamo alla stupidità visionaria di Gandhi e neanche a
quella di "Imagine all the people", siamo proprio
all'allucinazione o meglio all'indifferenza, quella assurda
convinzione che tanto "noi" italiani la si scampa e l'unica
cosa da fare è non fare. "Sperare forte forte forte" come
diceva quella macchietta comica. Non cambia l'arteriosclerosi
politicamente corretta, è comoda da nutrire come sono comodi i sensi
di colpa, gli autodafè impersonali, universali. "No alla
guerra! Sì alla pace!", non l'ha detto anche il papa dei
poveri? Ma il papa dei poveri è anche quello che ha anche avallato
la reazione sanguinosa alla satira, forse gli è scappato ma una
bella mano a questi fanatici deve averla data anche lui. Guai a
mettere in dubbio l'Islam "che non è questo", tutto parte
dal maledetto cristianesimo delle crociate. "Tutte le religioni
sarebbero da bandire" dicono i libertari appena un po' marxisti,
totalitaristi, ma qualche religione è più uguale.
Una,
cento, mille, quante Nizza, quanti Bataclan serviranno a far
comprendere che una guerra esiste, non convenzionale fin che si vuole
ma è in atto ed è religiosa, posto che chi la muove è animato da
intolleranza religiosa? Ma no, dicono gli sclerotizzati mentali, non
è religione, il poveretto era depresso perché la moglie lo stava
lasciando, non accettava più di farsi picchiare come prima. Per dire
una vittima, uno che doveva essere curato, capito ma si sa, questo
sistema capitalista abbandona la gente e soprattutto gli immigrati al
loro destino, l'ha detto anche il papa. Ma il camionista assassino
non era un immigrato e non era un depresso, era uno dei tanti che
partono dall'attitudine delinquenziale e arrivano alla religione o il
contrario, partono dalla religione e arrivano alla delinquenza: la
distinzione psicologica, statistica cambia poco, serve a poco, anche
le Brigate Rosse usavano pulsioni narcisistiche, sindromi da
disadattamento sublimate in politica, quello dei Pac, Cesare
Battisti, era uno stupratore di ragazzine disabili e un rapinatore da
strapazzo "politicizzato" in galera, ragione per cui ne
hanno fatto un eroe e un rifugiato. Ma se un sistema mistico o politico si presta naturalmente a simili fughe dall'umanità, vuol dire che non è sano, checché se ne dica. E' la sclerosi morale, e non la
curi con le pasticche.
L'andazzo è ora quello di negare sempre e comunque che le stragi siano fatte da estremisti islamici: sono tutti casi di follia di un singolo. Però breivik è cristiano. Vit
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