Leggo che qualcuno esulta
per il primo asilo vegano a Milano. Mi verrebbe da preoccuparmi, ma
poi ci penso meglio e rifletto: mica sono figli miei, se dovranno
ammalarsi o morire per le idiozie di genitori deficienti, amen. Ha
ragione Facci, sul veganismo non si può discutere oltre il livello
della farsa trucida, non ha senso interrogarsi sul mistero animale,
qui ci sono solo schiere di fannulloni e violenti che ridefiniscono
in senso alimentare il vecchio antagonismo criminale, sono la costola biologica
dei no triv no trim no tav si drog, parassiti che tuttavia,
riuscendo ad infilarsi in qualche apparato statale, potrebbero chissà
anche cambiare idea, vedi l'utilissimo Mascia, uno dei tanti pupazzi
Rockefeller di Travaglio, contro regimi, sistemi e partiti fino a che
non si è incredibilmente candidato a Roma col PD e un orsacchiotto
sotto al braccio (è stato violentemente trombato ed è tornato
all'antagonismo duro, puro e travagliato). Siamo pieni di lestofanti,
scorie, superflui: a volte collidono e ci scappa la reazione chimica,
altre volte a separarli c'è un vetro inopinato, come nel caso Cruciani,
un uomo chiamato salame. Oh, povere carote: ricordate la fruttariana
cessa di Notthing Hill? Così: ci sono i vegani e loro derivati
militanti, poi ci sono gli squilibrati semplici e poi ancora le mamme
e i papini presunti consapevoli, roba da decadenza delle società del
consumo che possono, purtroppo, permettersi di fare le difficili (ci
vorrebbe, per questi, un salutare periodo di carestia, così, tanto
per sviziarli). Cari genitori incoscienti, siete contenti dell'asilo
vegano? Vi rimanderei alla sequenza epocale di dr House che distrugge
una mamma vegana deficiente col figlio a malpartito per questioni di
dieta politicamente corretta, ma mi rispondereste che quello è solo un personaggio di
fantasia. Come se voi, invece, foste reali.
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