Cara
piccolina di tre anni, morta ammazzata di stenti, di freddo e di
botte, vorrei dirti che mi vergogno, che provo quel sentimento
irrazionale di vergogna e di ripulsa del mondo di cui, sempre più a
fatica, faccio parte. Che non meritavi una madre troia come quella
sudamericana scappata di casa, da tuo padre per andare a vivere in
una baracca con un farabutto serbo conosciuto su internet, che ti
prendeva a cinghiate, a calci. I tuoi giocattolini tutti rotti per
terra. Tu, lì esanime tra quegli scarti di balocchi, bambola coperta
di lividi. Il materasso dove dormivi tra un pestaggio e l'altro, e
forse riuscivi a sognare e nel sogno sorridevi. E nessuno ti ha salvato. E nessuno ha mosso un dito. Cara piccolina che
sei morta senza conoscere la vita, io non credo a un'altra vita ma se
tu invece fossi proprio là, finalmente angelo, ti arrivi il mio
biglietto di scuse a nome del genere umano, insieme a una preghiera:
proteggici, perché facciamo schifo.
Commenti
Posta un commento