Casomai
qualche dubbio ancora sussistesse, vi regalo non una non due ma ben
tre, signore e signori, mi voglio rovinare, dico tre conferme
definitive. La prima: non ha vinto chi ha vinto ma ha vinto chi dice
che ha vinto ovvero quelli che hanno perso; il quorum non conta, la
gente è stufa, signora mia (stufa di Renzi), è ora di trivellare il
regime, il popolo lo ha detto forte e chiaro. Questi fanno la conta
sui numeri assoluti, che suonano bene, dimenticandosi che la
consultazione si gioca sul raffronto tra positivi e negativi.
L'avevamo detto, che di democrazia sanno poco e niente. Non contenti
tuttavia, i promotori annunciano fatidico ricorso alla Corte Europea,
a quella dei Diritti dell'Uomo, all'Onu, all'Areopago, perché o la
spuntano o la spuntano. La seconda: il referendum era così tecnico,
così specifico, così urgente che, sempre nelle parole dei
promotori, “è servito a mandare un segnale, la rivoluzione oggi è
più vicina”. Meno male, corriamo a sceglierci il vestito adatto.
La terza: il governatore alle cozze Emiliano si candida, chissà da
chi investito, a “guidare l'alternativa democratica contro Renzi”.
Come a dire: dal proposito di salvare il mare Adriatico, l'Italia,
l'Europa, il Pianeta, a quello, più contenuto, più immediato, di
salvare Emiliano Zapatore con la sua corrente. Va ricordato che
quella dei governatori progressisti pugliesi è la specie più
dinamica in natura, di una effervescenza irresponsabile nel segno dei
referendum. Quello sull'”acqua bene comune”, leggasi dei partiti,
fu cavalcato da Nichi: riuscì, e lui subito farcì la burocrazia
dell'acqua pugliese di raccomandati della sua crema, con l'effetto di
fare esplodere le tariffe, record nel record nazionale di una
bolletta mediamente raddoppiata in 10 anni (fonte: Ufficio Studi
Confartigianato). Dopodiché, sognando California ha comperato un
bambino e se n'è andato a vivere di rendita (in California: lui l'ha
sempre detto che i sogni possono diventare realtà). All'Emiliano è
andata meno bene, referendariamente parlando, però egli è contento
lo stesso poiché s'impanca ad alternativa rivoluzionaria in grado
di rammendare (o rammentare?) i flop di Podemos, Syrizamos, Sucamos.
Ecco. Se sono stati buttati 300 milioni di euro per mandare un
segnale, se era per Zapatore e i suoi compaňeros
che “bisognava” onorare il diritto di votare, se a tanto è
servita la democrazia figlia della resistenza, dalla lotta al
nazifascismo a quella alle trivelle, se l'alternativa democratica è
quella di non saper mai perdere, di mangiarci purchessia, di riempire
di insulti chi non si è prestato, beh, quasi quasi ve la lascerei
tutta.
Ecco in Puglia nel frattempo cosa permettono:https://www.facebook.com/338219719619562/photos/a.961278517313676.1073741871.338219719619562/961282237313304/?type=3&theater
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