Notte piena e nel mio
letto non respiro. Il silenzio mi soffoca, l'oscurità mi soffoca.
Sono appena tornato da un incubo e nel limbo tra sogno e realtà mi
agito, vorrei mia moglie sentisse ma non si muove, dorme
profondamente. Non c'era morte, non c'era violenza nell'incubo ma mi
ha sconvolto. Sono in una casa che nessuno abita, un appartamento
moderno, pieno di ombre. Ho l'età che ho adesso, sono corpulento
come il commissario Maigret e come lui porto un cappello e la pipa
tra i denti. Mi aggiro tra le stanze e sento qualcuno, percepisco una
attenzione, occhi invisibili mi puntano. C'è un corridoio a “L”,
arrivo in fondo, al ripostiglio, proseguo per il bagno, senza
finestra, do uno sguardo alle due camere, in una mi prende una
vertigine; mi affaccio fuori, ma per la via non trovo nessuno. Eppure
cresce l'istinto della preda in me. Torno indietro, c'è una sala
col balcone su un cortile interno, arrivo di nuovo alla porta
d'ingresso, imbocco una cucina con un bagnetto di servizio. Non
potrei essere più solo eppure sono spiato. Sì, dietro la soglia
posso sentire il respiro dell'attesa. Di colpo la porta si trasforma
in vetro smerigliato e contro si coagula una sagoma, più o meno come
me, ha perfino il cappello e allora urlo furibondo “Hai visto
mamma, te lo dicevo” e apro il fuoco, ci spariamo addosso e qui mi
sveglio.
Non saprò mai chi ha
avuto la meglio. Ma il mio terrore non ha niente a che fare con
l'attenzione indebita, con gli spifferi malevoli, non è la minaccia
a sconvolgermi. La mia paura, adesso lo capisco, è che quella casa
io la conosco bene. È la mia casa, dove sono cresciuto. Quasi
cinquant'anni dopo, nel sogno ritrovo ogni angolo di tempo, ogni
spigolo di luce, ogni centimetro di vita. La casa è vuota perché
aspettava me. Tutto stava in me. Dimenticare non è uccidere, non è
perdere, è solo non sapere dove è finito un ricordo. Ma c'è, sta
lì, è bastato un incubo a richiamarmi indietro, prigioniero dei
miei giorni sbiaditi e dietro la soglia sparo addosso a me stesso; non
saprò mai chi è rimasto. Sono lontano una vita, nel mio letto
d'angoscia ora tremo, sto ritornando uomo ma ci vuole un po' ancora,
devo svegliarmi bene, ritornare chi sono.
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