Morirà presto e lo sa. Svanirà nella luce portandosi via tutto il coraggio che ci ha donato in un attimo, lo stesso che deposita nella sua musica, per non morire più. Io non dimenticherò le sue smorfie sul filo di quella musica esile e indomabile: l'uomo-uccello strabuzzando gli occhi frullava ali invisibili sopra il pianoforte, sopra la sua stessa vita ed era l'unico sano: malati noi, ad assistere sgomenti, offesi dalla nostra normalità spietata.
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