Sotto il mio
mantello ho raccolto un'altra confidenza, fatta di un dolore immenso,
che non posso raggiungere. Posso solo riceverlo. Questo affidatemi,
ed io ci sarò sempre, con il poco che sono, con il nulla che posso.
Questo consegnatemi, non i dolori di pezza, i capricci, i pretesti,
perché non ha più posto per loro il mio mantello, perché chi lo
porta è troppo esperto di sofferenza per sbagliarsi ancora.
Affidatemi le lacrime vere, che pesano oltre ogni speranza, che non
potete mostrare, che non sanno dove altro andare. Forse potrò solo
aiutarvi a sopportarle, magari a trasformarle in tenerezza, ma giuro
che lo farò. Fermatele qui, se vorrete, fermatevi qui come esauste
barche ferite, che domani riprenderanno il largo. Non vergognatevi di
sanguinare dall'anima, perché prima o poi a tutti capita, perché io
conosco quel sapore nascosto; perché la vita è dolore e così umano
è arrendersi, cadere nel silenzio. Purché sia vero il suo abisso,
purché non sia un pretesto questo specchiarci nello sgomento.
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