Per quello che può
servire dirlo, scriverlo, mette una gran costernazione la morte del
nostro connazionale in Egitto, come può metterla la morte di un
giovane intriso di innocenza. Per quello che può servire dirlo, se
non aveva convinto chi scrive la storia del dottorato puro e
semplice, figuriamoci se poteva convincere una polizia come quella
egiziana: stavolta sono andati per le spicce e non c'è stato neppure
il tempo di negoziare un ricatto, che del resto ad aguzzini per così
dire istituzionali non poteva interessare. Forse sarebbe il caso di
capire, di far capire che non è questo il tempo degli slanci, degli
ideali, delle buone cause, di improvvisarsi agenti segreti: ti
spazzano via, ti eliminano senza pietà. La gioventù è una bella
cosa ma le sue imprudenze possono risolversi in esiti fatali oggi più
di ieri, il mondo più credi di conoscerlo e più si rivela infido e
meno rispettoso delle tue ingenue astuzie giovanili. Ne deriva anche
una contraddizione drammatica e non più eludibile: noi occidentali
“dobbiamo” accogliere, integrare e se è il caso mantenere i
latori di altre culture, che poi sarebbe l'Islam; le altre culture
ovvero l'Islam “debbono” prendere i ficcanaso occidentali e
torturarli e ammazzarli in modo brutale. Noi mandiamo in visita
studenti, dottorandi che vogliono capire, che pretendono di aiutare,
loro spediscono in missione incognite incatalogabili, all'occorrenza
micidiali. Noi siamo inclini a forzare i nostri valori, loro blindano
i propri con esecuzioni di Stato. Noi ipotizziamo una giustizia, una
tutela, almeno teoriche, anche per chi è entrato, e sono tanti, e
non sempre pacifici; loro rivendicano la distruzione di chi
considerano invasori, anche se sporadici e animati delle più miti
intenzioni. Si direbbe che qualcosa non torni, sono due concetti di
cultura che non stanno insieme, che non possono confrontarsi, almeno
finché una delle due non ripensa certi suoi fondamenti. Ma stiamo
già assistendo alle solite contorsioni della sinistra
multiculturale, quella che non si arrende all'evidenza, che vede e non vede a piacere, che dirotta responsabilità, colpe e
indignazioni pur di non assumersi la responsabilità della coerenza.
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