Immagina che ti nasca una
figlia. La vedi crescere, sbocciare, diventare grande, la vedi
partire per la Francia, per la Sorbona addirittura, con una borsa di
studio in mano e la luce del futuro negli occhi. Immagina l'orgoglio
e la gioia da questa figlia, per questa figlia. Immagina che una sera
qualcuno ti dica che quella figlia non esiste più, che niente esiste
più, che le milioni di attenzioni, preoccupazioni, speranze per lei
sono volate via in una raffica che l'ha trucidata e perché? Perché
era donna, infedele e stava a un concerto rock in un localino.
Immagina di far parte di un Paese, unico al mondo, dove la
“solidarietà” non va a tua figlia morta, perduta, ma a chi l'ha
cancellata. Immagina di vivere nell'unico Paese sulla terra dove a
chi fa una strage rispondono, prego, fatene un'altra, io non voglio
limitarvi, anzi è colpa nostra. Immagina di sentire parlare di
dialogo da chi ignora che il dialogo nell'Islam è ammesso solo
all'interno della comunità, della Umma, ma proibito verso gli
infedeli, che restano da trucidare, al massimo si può usare una
sopportazione strategica, sulle cose minime, e temporanea, ma sempre
nell'ottica della sottomissione e dello sterminio finale di quelli
come tua figlia. Immagina che la comunità islamica non ha mai
dichiarato fuori dall'Islam il Califfo Al Baghdadi, malgrado gli
eccidi perpetrati all'interno dell'Islam stesso. Immagina quelli che
ti zittiscono, che soffocano il tuo dolore insegnandoti a rispettare
l'Islam moderato, e poi sentire i moderati che dicono, no, per me
hanno fatto bene a trucidarvi, a far fuori tua figlia, voi siete
infedeli. Immagina un imam, capo di non so cosa, un paraculo che va
da una trasmissione all'altra, è quello il suo mestiere,
ammantandosi di ambiguità, di sorrisetti sfottenti. Immagina gente
che parla e non sa che l'Islam non ammette ecumenismo, solo dominio,
e così sarà per sempre perché (con Chesterton) non si presta a
scritture, glosse, esegesi, adattamenti ma solo ad una tradizione
orale ortodossa e marmorea, cosa che lo ha reso impermeabile ai tempi
a differenza di un cristianesimo che ha saputo innestare la
misericordia del Vangelo sulle crudeltà bibliche e che si è
lasciato per così dire immunizzare (Sartori) dalle guerre di
religione che ci hanno portato una dimensione laica detta Democrazia:
una conquista per “noi”, una eresia per l'Islam. Immagina che la
parità umana dell'Islam valga per gli uomini e solo per loro, e tanti, troppi eccetera. Immagina la foto di tua figlia che non c'è più,
annientata per niente, e poi di sentire un imbonitore in odor di
centro sociale, un tale Celestini che odia il capitalismo ma non apre
bocca se non gliela riempiono con trentamila euro, mentre dichiara:
“Anche se mi ammazzassero tutti i miei parenti, porte aperte
all'Islam senza riserve”.
Caro Massimo, ti leggo spesso e pur non condividendo molte volte le tue idee ne apprezzo il rigore, l'onestà intellettuale, l'accuratezza e la sincerità.
RispondiEliminaPer questo motivo ho deciso di scriverti perché è la seconda volta che leggo nei tuoi post una notizia assolutamente inesatta per quanto riguarda i compensi di Ascanio Celestini. Tralasciando giudizi artistici o politici sul lavoro e le idee di Ascanio Celestini posso assicurarti, avendo avuto modo molto spesso di ospitare i suoi spettacoli, che il suo compenso è bel lontano dai trentamila euro di cui parli e si aggira, a seconda degli spettacoli dai 4.000 ai 6.000 euro. Ci tenevo a fartelo sapere in virtù di una stima nei confronti della tua serietà professionale.
Buon lavoro, Roberto
Se è per questo, quando va in un centro sociale guerrigliero si presta anche gratis: fa parte della strategia di mercato. Ma siccome io ho informazioni diverse, confermo il tariffario "a seconda degli spettacoli". Fermo restando che seimila euro per uno sproloquio di un'ora sono comunque inaccettabili, almeno per il mio modo di vedere. Ma io non sono un comunista, credo nel mercato. Chi invece vorrebbe abolirlo, ne è maestro, e ne abusa.
Elimina30mila dalla rai o fivinvest per combattere il sistema dall'interno.
Eliminaspero gli mettano una bomba nel culo,a lui ,non ai suoi cari.
cristiano
Ti invito a moderare i toni: noi non siamo intellettuali, la nostra parola non è coperta da impunità, potremmo esserne chiamati a risponderne.
EliminaChissà che ne pensano i suoi cari
RispondiEliminaPur tenendo conto dell'inevitabile stordimento del dolore, non mi sono sembrati rendersi conto in pieno della situazione
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