Vicino a me vive un'amica che ieri stava a Parigi, in obitorio, a fissare la sorella e il cognato, a pensare al futuro di due nipotini di 11 anni e di un anno, a dover ricucire il tessuto di una vita lacerata che non potrà più essere la stessa. E lei mi ha detto: per favore, scrivilo che non si può morire così, che è ora di smetterla col buonismo e questa incredibile comprensione o inerzia verso gli stragisti, che abbiamo bisogno di difenderci gli uni gli altri. Di proteggerci. Di aiutarci, e ci aiutiamo solo vedendo quello che c'è, quello che arriva: io lo so, io lo posso dire.
E io lo scrivo, ma a che serve? A che serve se perfino per il dolore di un'altra ragazza sono stato aggredito, tacciato di sciacallo? Se passo io per fanatico e non chi se la cava con gli anatemi alla Gino Strada?
Ma non è vero che tutto nasce dalle colpe dell'Occidente: i conflitti nel mondo musulmano sono di duecentocinquant'anni fa almeno, risorgono di continuo, l'Occidente può avere, ha le sue responsabilità, ma restano, al più, concause perché l'atteggiamento di chi vuole “conquistare Roma e bere il sangue cristiano” prescindono da tutto il resto, perché gli sterminii delle minoranze in seno all'Islam sono faccende interne e qui non reggono le solite letture, gli anatemi inevitabili: il neocolonialismo, l'imperialismo, perfino il consumismo che anzi sarà forse, diciamo un milione di forse, l'unico, a gioco lungo, a poterci salvare, colonizzando chi vuole sterminare il resto del mondo. Perché qui si tratta di questo. C'è una pulsione totalitaria e nichilista, che abbiamo già conosciuto col nazismo e il comunismo stalinista, che in questo caso sale da interpretazioni marmoree della legge sacra, e che dice, testualmente: “Voi amate la vita, noi amiamo la morte ed è per questo che vi annienteremo, che trionferemo”. Noi amiamo, almeno a parole, il perdono, ma c'è chi ha aggiunto il martirio ai 5 comandamenti supremi (fu l'ayatollah Khomeini nel 1979); e chi ricorda sempre il solito passo coranico, “chi uccide un uomo uccide il mondo e non è ammissibile”, passo che tra l'altro non è neppure originale ma derivato da altre religioni, mente: sa, o dovrebbe sapere, che si riferisce ai soli appartenenti alla comunità dei fedeli, per gli altri non vale. Per gli altri vale il comandamento opposto: distruggerli, cancellarli. Non l'ho inventato io, sta lì, tramandato, trasmesso, non sono io che odio, sono altri che odiano me. Io continuo serenamente a frequentare chiunque, ma non dovrei tenerne conto?
E io lo scrivo, ma a che serve? A che serve se perfino per il dolore di un'altra ragazza sono stato aggredito, tacciato di sciacallo? Se passo io per fanatico e non chi se la cava con gli anatemi alla Gino Strada?
Ma non è vero che tutto nasce dalle colpe dell'Occidente: i conflitti nel mondo musulmano sono di duecentocinquant'anni fa almeno, risorgono di continuo, l'Occidente può avere, ha le sue responsabilità, ma restano, al più, concause perché l'atteggiamento di chi vuole “conquistare Roma e bere il sangue cristiano” prescindono da tutto il resto, perché gli sterminii delle minoranze in seno all'Islam sono faccende interne e qui non reggono le solite letture, gli anatemi inevitabili: il neocolonialismo, l'imperialismo, perfino il consumismo che anzi sarà forse, diciamo un milione di forse, l'unico, a gioco lungo, a poterci salvare, colonizzando chi vuole sterminare il resto del mondo. Perché qui si tratta di questo. C'è una pulsione totalitaria e nichilista, che abbiamo già conosciuto col nazismo e il comunismo stalinista, che in questo caso sale da interpretazioni marmoree della legge sacra, e che dice, testualmente: “Voi amate la vita, noi amiamo la morte ed è per questo che vi annienteremo, che trionferemo”. Noi amiamo, almeno a parole, il perdono, ma c'è chi ha aggiunto il martirio ai 5 comandamenti supremi (fu l'ayatollah Khomeini nel 1979); e chi ricorda sempre il solito passo coranico, “chi uccide un uomo uccide il mondo e non è ammissibile”, passo che tra l'altro non è neppure originale ma derivato da altre religioni, mente: sa, o dovrebbe sapere, che si riferisce ai soli appartenenti alla comunità dei fedeli, per gli altri non vale. Per gli altri vale il comandamento opposto: distruggerli, cancellarli. Non l'ho inventato io, sta lì, tramandato, trasmesso, non sono io che odio, sono altri che odiano me. Io continuo serenamente a frequentare chiunque, ma non dovrei tenerne conto?
Inoltre in un libro sacro si trova tutto e il contrario di tutto, si trova l'appello alla pace a fianco agli inviti: uscite di casa, trovare un cristiano e sgozzatelo, solo così sarete degni del Paradiso. Questi delle citazioni a seconda del caso, sono giochi. Non è vero che nell'Islam “non si uccidono bambini”: i bambini sono i primi a venire sacrificati. Non è vero che gli estremisti sono finanziati esclusivamente, dalle armi degli occidentali, che così si prendono l'intera colpa: troppo facile e non vero, i canali di finanziamento sono molti, dall'autotassazione, rilanciata dal Califfo (al Baghdadi) a livello di dogma, di arkan, al petrolio, al traffico di reperti sacri susseguenti alle distruzioni, alle fondazioni, ai traffici di droga, ai rapimenti, ai finanziamenti di altri paesi islamici, ad afflusso di armamenti che provengono da ogni parte, esogena e endogena, come è normale in chi sferra un attacco globale, eccetera. Non è vero che gli Stati islamici moderati siano moderati: se lo sono, è in una accezione quantomai relativa, e perchè il fanatismo è se mai arginato da dittature, di nome e/o di fatto; appena questo cede, il fanatismo risorge. Quello che è vero, è che l'interpretazione estrema di una fede si impone, ad opera di una minoranza che fa terra bruciata: anche la mafia funziona così, e nessuno si sogna di negarlo, anzi si criminalizza chi ancora si ostina a negarlo. Perché su scala globale sarebbe diverso?
Quello che è vero, è che di questa situazione, che continuerà, sempre più cruenta, portano il peso i tanti, meno e più autorevoli, che non hanno voluto capire, vedere, ascoltare, e lascerei perdere il totem Fallaci: è vero o no che Obama dal 2008, quando il generale Petraues gli aveva risolto la situazione in Iraq, se n'è completamente disinteressato, lasciando che degenerasse di nuovo? Che in Siria ha commesso gli stessi errori? Che a lungo si è ostinato a considerare l'Isis nascente “meno numeroso di una squadra di football”? Obama è un presidente bambino, inadeguato, non ha alcuna autorevolezza, lui va a Disneyland, balla, canta, la moglie zappa l'orticello. La moglie del presidente degli Stati Uniti che zappa l'orto. Quelle cazzate lì. Obama è un farfallone, un bambinone. Ma se sei presidente degli Stati Uniti, le tue cazzate prima o poi le pagano tutti. Adesso lui, e anche questo papa, che fa rimpiangere un Wojtyla, si rendono conto che “tutto ciò non è umano”, che “questi sono il diavolo”. Quanto ce n'è voluto! Ma la smettessero con la retorica da fumetto, per favore, che serve a non dire l'unica cosa che andrebbe detta: basta. Colmo dei paradossi: si rimprovera all'Occidente l'aggressività, ma allo stesso tempo lo si incolpa di non fare niente per risolvere la situazione. Laddove, colmo dei colmi, l'intervenire sarebbe bollato come barbarie, “perché l'unica cosa da fare è la pace, pace, pace”. Sì, col sottofondo di Imagine. Ma per fare la pace, bisogna, come per fare l'amore, essere in due. Altrimenti l'altro ci muore. Ma tanto basta per criminalizzare chi ha paura, chi scorge un pericolo sempre più incombente, perfino chi prova pena per quanti appena trucidati e allora lo si accusa, in modo ora morboso, surrettizio, ora furibondo, di provare piacere delle bombe, delle stragi sui civili lontani. Tutto questo non è neppure scorretto: è pazzesco. Si invoca più durezza verso chi stupra le donne, nessuno consiglia di fermare i bruti canterellando “pace pace pace” mentre si accaniscono. Però per questo stupro planetario che è il fondamentalismo islamico, la ricetta va bene. Ma perché non si verifica quante sono le vittime musulmane per mano musulmana anche solo negli ultimi dieci anni? È lecito cavarsela sempre con l'escamotage delle colpe altrui, “nostre”, che poi si legge così ma si pronuncia “vostre”, intendendo di voi che siete complici, che non volete la pace, che non siete abbastanza di sinistra?
Io penso che, di fronte all'orrore, salvarsi ripetendo formule vacue come “la colpa è della guerra” (cioè “nostra”), suonando canzoni pop e spacciando disegnini dal significato ambiguo, sia inaccettabile. Oltre che incongruente. Oltre che insostenibile. Si ripete: ma questo non è Islam. E invece no. Anche questo lo è. Sarà minoritario, ma è quello che funziona, nel silenzio di chi lo teme. E lo è perchè sale da uno scisma in seno che dura appunto, dal XVIII secolo, senza mai trovare voglia e modo di ricomporsi. Lo è perché questa interpretazione spietata non finisce mai, non viene contrastata dagli anticorpi che il nostro sistema di fede ha conosciuto, e che sono fin troppo noti: l'innesto di un Vangelo misericordioso sulla Bibbia apocalittica, le guerre di religione che ci hanno in qualche modo immunizzato, l'avvento del capitalismo che ha favorito la laicità, il fatto che il Cristianesimo si sia innestato su una preesistente civiltà greco-romana dalle cui istituzioni abbiamo derivato il nostro diritto positivo, qualcosa di inesistente e inammissibile per l'Islam eternamente totalizzante. La maturazione, da parte occidentale, del valore pressoché sacro riconosciuto all'Arte (non necessariamente mistica), alla sua tutela. Il fatto che, mentre le armate del papa non esistevano, venendo fornite da imperatori e principi, le armate del Califfo c'erano, e così ci sono oggi. La consapevolezza storica che le Crociate da parte cristiana non furono – sacco di Costantinopoli a parte - generalmente di conquista, di espansione, ma di difesa, se mai di riconquista di Gerusalemme, mentre da parte musulmana furono di sfondamento, di assoggettamento. Il che non significa esaltare (sarebbe assurdo), ma semplicemente ricordare una fase storica. Da ultimo, la mesta verifica di qualcosa che non torna: periferie, banlieu, fasce marginali stanno dappertutto, in ogni città del mondo, ma nessuna “minoranza” social-religiosa sforna in proporzione seriale candidati al martirio stragista: non buddisti, induisti, cristiani, protestanti, anglicani, eccetera. I movimenti insurrezionalisti laici, sono stati tutti riassorbiti, compresi l'Eta e l'Ira. Solo quelli di ispirazione islamica resistono e crescono, tetragoni ad ogni ragione e ad ogni epoca. Capire, sì: rimuovere, proprio no. Ma serve, tutto questo parlare?
Emergency ricorda, col dovuto affetto, la sua ex volontaria caduta al Bataclan. Io, fossi in Emergency, qualche cautela in più la adotterei e qualche domanda me la porrei. Anche se è vero che, se fossi di Emergency, non potrei farmi domande perché vivrei esclusivamente di certezze; e di accuse al resto del mondo (occidentale), vedi un po'.
So che già queste righe mi varranno ulteriore odio dai pacifisti, dai razionali, dagli ecumenici, dai tolleranti. Ma non posso farci niente. Ho promesso sostegno a un'amica che mi chiede l'impossibile, scrivere che non è decente esprimere solidarietà a quelli come lei e nello stesso tempo ripetere che nulla va fatto, che bisogna portare pazienza e fatalità. Io lo faccio, ma a cosa serve? A cosa serve, se l'atteggiamento è lo stesso di quei cattolici che, di fronte alla prospettiva di stragi nel Giubileo, rispondono sicuri: no, non succederà perché io spero che vada tutto bene, bisogna crederci. E questo atteggiamento fa paura quanto quello dei martiri che si fanno esplodere, perché tutto è tranne che fede. Chi crede può, deve affidarsi al Padreterno di fronte ai casi imperscrutabili della vita, fermo restando che credere significa, anzitutto, una disposizione dell'anima, una tenerezza, una purezza che resiste alle malvagità del vivere, direi una vulnerabilità che non cede. Ma se io mi lancio giù da un burrone, non posso pretendere che il Padreterno mi lasci tutto intero. Credere non significa, l'ho capito pure io che non sono credente, non significa essere deficienti: c'è un saggio proverbio cristiano-cattolico che recita: aiutati, che il ciel t'aiuta; e riassume, mi pare, la bellezza del libero arbitrio, che in prospettiva cristiana vorrebbe significare, sempre se non ho capito male, la necessità di ragionare, di darsi da fare, e solo in questa condizione affidarsi al Dio provvidente. Ho cercato di farla molto breve, molto semplice, senza alcuna pretesa di convincere alcuno. Al più, potrei invitare chi rimuove la realtà e la logica a valutare le conseguenze di un errore che dura da decenni, e che si riverbera, almeno moralmente, su tutto il mondo libero. Ma mi risponderebbero che loro ne sanno molto più di me, ed io sono stanco dell'assurdità nell'assurdità di litigare su Facebook. Per questo non rispondo più, alla peggio cancello e basta.
Non lo faccio per me, ma pensando a una amica che ci aveva messo tanto per ricostruirsi una vita bella, serena, speranzosa, e in un attimo tutto le è stato di nuovo portato via, da sconosciuti che la odiano senza neppure sapere che lei esiste, e senza una ragione che non sia il suo esistere.
Dì alla tua amica che non è sola , che qualcuno che prova a immaginare il suo dolore c'è.
RispondiEliminaSpero solo che queste e le future vittime possano svegliare ,non dico le anime belle e buoniste, almeno coloro che decidono ,e che decidano in fretta di fare qualcosa,magari trascinati per le orecchie da obblighi internazionali.
I cristiani che andranno al giubileo saranno disposti al martirio,magari per togliere definitivamente ogni dubbio ed esitazione ?
Non so se il consumismo riuscirà a colonizzarli.Questi quasi non parlano arabo ,vogliono diventare rapper con tutto quel che consegue :donne soldi e droga ,spacciano per comprarsi amenicoli tecnologici che maneggiano con destrezza.
RispondiEliminaPiù consumismo di così...
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