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SPERGIURAMENTO


Tutti a dire che la Francia sì che è seria, che è unita, la Francia sì che è una nazione. Ma la Francia, attaccata, ha detto: contrattaccheremo e saremo spietati. Come fanno a esaltarla gli stessi cacadubbi che sono riusciti a esprimere solidarietà alle vittime per estenderla ai carnefici? Che insistono con la allucinazione delle “nostre” uniche colpe? Che si ostinano a non vedere l'Isis se non, peggio, a predicare che vanno capiti, assecondati, ascoltati, manco fossero i soliti bulletti viziati figli di mammà? Che vanno con le loro vocette odiose sulla Radio 3 della Rai a considerare queste orrende stragi, in fondo, come una magnifica opportunità per rispolverare i valori de sinistra? Che si rifugiano dietro i tabù, guerra no, non si dice, non sta bene, di religione meno che mai, incuranti delle lezioni della storia e del fatto che la guerra, santa, in nome di un dio, è stata dichiarata e alle dichiarazioni hanno fatto seguito le azioni? Dopo Parigi, sono spuntati altri trenta attentati almeno, disinnescati all'ultimo momento, ed è solo la punta di un iceberg che nessuno sa davvero fin dove si estenda. Le manifestazioni degli islamici moderati, o pacifici, si sono risolte in vittimismo e ambiguità: sono state indette “contro tutte le guerre”, il che dice tutto per dire niente in superficie, mentre in controluce porta a dire che la colpa di questi attentati è comunque e sempre dell'Occidente; e sono servite a rivendicare più moschee, con ricatto neanche tanto velato: dateci spazi altrimenti ne pagherete le conseguenze. Non c'è stata l'ombra di una assunzione di responsabilità collettiva, hanno spedito quattro sciacquette velate a raccontare le loro conversioni per patetici motivi pausiniani. Anche così, queste recite sono state partecipate da quattro gatti, spediti per onor di firma, con la scusa che “pioveva”, che, anche a prenderla per vera, suona come l'insulto più cinico e arrogante che si potesse immaginare. Non paghi hanno trovato il modo di esaltarsi ed esaltare il vuoto in funzione dell'inettitudine, dimenticando che o la rinuncia è globale, o se unilaterale si risolve in suicidio; hanno saputo, come sempre, cavillare sui concetti di conflitto e guerra, e quest'ultima ancora distinta se di religione, ideologica o politica; ma, come spiega Sartori, conflitto non implica lo sterminio, guerra volendo sì e perché sia tale in forma religiosa basta la asimmetricità, basta che una sola parte la dichiari in nome di ideali fanatici. Però, la Francia, che Paese, che differenza con noialtri. Sì, forse perché si ostina a non dimenticare in fretta. Solo ieri, altri sei bambini morti, vittime degli sbarchi clandestini. Chi ricorda la foto del cadaverino siriano a riva? Mai più, si disse, si giurò e spergiurò, si promisero misure, sinergie, rimedi. Poi le foto sono finite e i bambini morti sono continuati. Lo stesso giuramento si pronunciò solennemente dopo Charlie Hebdo: ed è arrivato il Bataclan. Basta aspettare, basta prendere per buone le assurdità che girano, purtroppo uscite anche da prestigiose bocche presidenziali, pontificali.

Commenti

  1. C'è bisogno di morti italiani ? Vedremo cosa diranno sti cacadubbi quando sarà vittima l'italia

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