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SCUSATE IL SOSPETTO


Sulla povera Valeria rimasta uccisa a Parigi penso, spero nel mio piccolissimo di avere un minimo di carte in regola per potermi esprimere, naturalmente a titolo personalissimo, visto che mi sono guadagnato (dai pacifisti e gli ecumenici) i titoli di sciacallo e miserabile per averne pianto l'inutile sacrificio: reso ancora più inutile e straziante dalla scoperta che Valeria non è morta di pallottola, ma dissanguata; che poteva salvarsi e invece è morta lentamente, osservando la propria fine. Qualcosa che è difficile, se non impossibile, accettare. Qualcosa che uccide un po' anche noi, così estranei, così superflui. Detto questo, mi permetto di dissentire sui funerali di Stato che le verranno riservati domani. Di Stato, perché? Questa povera ragazza non era una grande personalità della politica, della cultura o dell'arte, nazionale o internazionale; era una studentessa che seguiva un corso alla Sorbona, una come migliaia di altri. Ed è caduta per il delirio di un fanatismo imperdonabile (almeno da me), avvolte in un alone di ambiguità: perché per due giorni hanno detto tutti che non si sapeva dove fosse, e invece poi si è scoperto che era spirata quasi subito, tra le braccia del fidanzato?
È vero che queste speciali esequie si riservano anche a fatti di particolare gravità; ma, con tutta la solidarietà e la disperazione possibili, tecnicamente non è questo il caso: per essere tali, i funerali di Stato dovrebbero contemplare una strage di molti italiani, il che non è stato: oppure, ed è l'unica interpretazione a questo punto plausibile, dovrebbero allargarsi a contemplare la totalità delle stragi e dei caduti a Parigi, di tutte le nazionalità. Ma questo forzerebbe il significato, e, del resto, le esequie sono intese come rivolte alla sola Valeria. Non se ne esce. Resta una sola possibilità: considerare questi funerali di Stato impropri e strumentali, cioè usati per ragioni di retorica nazionale: funerali di retorica di Stato, questa la definizione corretta. Fermo restando che nessuna pompa potrà riportare indietro una ragazza, una studentessa nel pieno delle speranze e dei progetti, e che nessun funerale, per quanto altisonante, potrà servire ad altro che alla vanesia passerella dei politici, dei ministri delle religioni, dei curiosi, degli uomini di buona volontà mediatica e, io temo, di quella di gente più o meno vicina a Valeria, che, a quanto pare, ha già ritrovato un sorriso radioso, una normalità innaturale, e auguriamoci solo non si approssimi a nuove ribalte, possibilmente a incarichi politici, di sicuro a un calendario infinito di pubbliche occasioni, con la scusa del messaggio di pace ai popoli.

Commenti

  1. Che poi qualcuno dovrebbe spiegarmi il senso di un rito funebre civile con preti, imam e rabbini a fare la ola. Sorvolo sulla parata dei pinguini del governo, sulle gondole, e sui serra e langone che mettono il becco dappertutto anche se non richiesto.
    Lo dico sommessamente, ma non mi sembra una commemorazione seria per questa sfortunata ragazza.
    vit

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  2. Qualche risposta potremo averla questo pomeriggio. Temo.

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