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SFANGALA


Circolano sordide e del tutto prevedibili voci dopo lo scandalo dei blogger presunti guardoni. Gratificati non di compassione o compatimento ma di invidia, di un livore sordo, ma cos'avranno fatto questi per meritarsi tant'altra attenzione, ma se la saranno mica organizzata loro la macchina del fango per uscirne più dorati di prima? Bastava sentire quell'idiota, un galoppino di Dagospia, che in un bar di Milano ridacchiava rumorosamente urlacchiando tutto dopato “la Selvaggia tanto alla fine non le succede un cazzo, l'ho appena chiamata e le ho detto che ste robe qui se te le giochi bene alla fine ti portano carriera e un po' di grana, ma va, macché processi, è tutta una baggianata...”. I soldi come misura e morale di tutte le cose. I soldi che portano nomea che porta altri soldi. Nessuna sorpresa e nessuna indignazione, solo una precisazione: è su questo che si regge tutto, anche il giornalismo, anche quello considerato salvifico, quello che s'impanca a parte sana della nazione. Il pettegolezzo come notizia e le notizie come merce, avariata, scaduta, che tanto i lettori-consumatori trangugiano tutto. La scena di cui sopra è avvenuta in un covo barricadero, col cretino dagospione che ordinava bianchini a suon di schiocchi di dita ai camerieri - “ben ghiacchiato, chiaro?” - e il compagno gestore che scoppiava d'orgoglio per simili ospiti. La rivoluzione sociale? La società civile? Il primato della legge? Il rosario dei diritti? La magistratura da difendere? L'informazione immacolata? Sì, come no, fantasmi da stendere, stracci da agitare ma la sostanza sono i soldi, è il business sciacallesco-pubblicitario che non ha odore né pudore, non ha neppure timore, “ma cosa vuoi che ti succeda” per dire questi giudici, che noi fingiamo di tenere in gran conto, sono quattro pirla patetici e non ci fanno paura, noi siamo più forti e tu non ti preoccupare che la macchina del sapone e della vaselina è già partita ed è molto più forte della macchina del fango. Coi bravi lettori democratici che mandano giù tutto e si convincono che la blogger gossippara Lucarelli sia davvero una vittima in quanto partigiana di ritorno, siccome Travaglio l'ha riscattata alla causa democratica redimendola dai “fascisti” di Libero. Tutto questo avrebbe un solo antidoto, una sola medicina: il disprezzo dei lettori, una indignazione una volta tanto critica, il loro abbandono risentito, ma voi credete di prenderci a vita per il culo? Ma i lettori tutto fanno meno che stufarsi anzi tifano per questo sottogiornalismo squallido e mafioso, che se gli vai contropelo è capace di rovinarti. Come e meglio dei giudici i quali d'altronde si abbeverano alle medesime fonti. Sì, ha proprio ragione quel mio amico patafisico che mi scrive “Cosa credi Massimo, questi hanno già vinto”. Non lo ammettono i sedicenti lettori dalla faccia di chiulo, ma lo sputtanamento sullo sputtanamento, il gossip-Matrioska è quello che più li fa godere mentre sospirano il democratico lieto fine degli spaventapasseri vip o loro cantori che alla fine la sfangano. Tramite lo spioncino dei giornali moralistici si sono eccitati alle feste di Berlusconi, ci si sono senti ospiti anche loro e tifano per questa invereconda presa in giro che sarebbe il giornalismo vippaiolo, parassitario che si definisce vittima del fango. E, se di sinistra, si infoiano persino di più, con la sfrenatezza patologica dei repressi.

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