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IN CHE MANI


A Civitanova, dalle mie parti, un balordo di 35 anni ha scippato una vecchia di 83 e il giudice lo ha spedito ai servizi sociali, ad assistere gli anziani. Senza passare dalla galera. Pare uno sketch dei Nuovi Mostri, è la nuda realtà e fa paura perché il grottesco si è mangiato ogni senso della logica e perfino del ridicolo. Siamo nelle mani non di Cristo ma di questi giudici che decidono ad minchiam, ad uterum, ad estro o per dispetto, capriccio, sciatteria mentale. Come quello che, l'unica volta che denunciai una per diffamazione, dopo aver letto tre pagine di insulti commentò: vabbè me ne dicono tante a me, comunque che so io di internet. E rinviò. Con sommo gaudio dell'imputata, incidentalmente la portavoce o strafalcioni della Presidenta della Camera. Stare nelle mani dei giudici vuol dire che un benzinaio che spara per salvare da morte certa una commessa finisce sotto processo lui, nel tripudio delle anime belle della sinistra maniacale che lo odia perché, avendo fatto secco un delinquente balcanico, Salvini è andato a trovarlo. Sono questi gli indignatos cinici, più che civici nel disinteresse per chi non può reagire neanche se gli entrano in casa e gli seviziano moglie e figli. Mi sono imbattuto in truffatori e lestofanti, e non ho potuto regolare le cose a modo mio, non ho potuto neppure chiamarli col nome che meritavano, ladri, perché ne avrei ricevuto garantito nocumento da una magistratura fellona e posticcia. O davvero qualcuno pensa che rischieranno niente le infami risorse che sull'omicidio del loro compagno stanno ostacolando in tutti i modi le indagini? E perché il noexpo che ha cercato d'ammazzare uno sbirro a sprangate viene inquisito per aggressione e non tentato omicidio? La gente si stupisce che pirati e femminicidi escano subito di galera se mai ci vanno, ma stiamo nelle mani dei giudici che si nascondono dietro le astrusità giuridiche e l'obbligatorietà dell'azione penale che tradiscono appena conviene e cioè nel 99% dei casi. Stiamo nelle mani dei giudici, ai quali la recente riforma del governo fa il solletico, come gli alienati della serie tv Wayward Pines: senza uscita, e tu mi reciti novene moraliste, democrazia, legalità, mi reciti i proverbi della nonna (scippata), “male non fare, paura non avere”. Ma che stai dicendo, che cazzaccio stai dicendo.

Commenti

  1. Leggo gli articoli di questi ultimi giorni, e ne ricavo- nel complesso- l' impressione di un attacco, un po'sgomento un po' indignato, alla sinistra del welfare, del "sociale", della legalità ( di certa legalità ), del garantismo ( di certo garantismo ), anche del lavoro ( dipendente, e particolarmente pubblico ) etc.
    Non pensi però di essere fuori tempo, non pensi che in realtà questi valori ( o disvalori, nella loro degenerazione ) oggi ( a differenza solo di pochi anni fa ) siano diventati del tutto minoritari, e che stia invece stravincendo il mercatismo liberista ?

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    Risposte
    1. Vaglielo a dire al giudice che ha appena proibito una app del mercatismo liberista perché ai tassisti non piace

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