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IL MATTINO HA IL FIELE IN BOCCA


Una mattina come quella appena trascorsa, Stephen King se la sogna. Anzi, non riesce neppure a immaginarsela. Niente di spaventoso, per carità, ma di allucinante, tendenza distruttivo, quanto se ne vuole. Cominciamo col dire che la mattina si annuncia dalla nottata, questa sì da incubo per colpa di Camillo, il gatto a nove chili che Dario Argento non vorrebbe mai avere. Non si sa cosa avesse: ha rotto i coglioni ogni minuto di ogni ora fino all'alba. Piangeva, correva, grattava la porta, la sfondava, voleva mangiare, poi non mangiava, poi tornava a piangere, poi buttava per terra i soprammobili, non avrei mai pensato di arrivare a sculacciarlo ma ci ha fatto davvero perdere la testa. All'alba, mentre mia moglie, ridotta uno zombi di Romero, si preparava per uscire, lui si è spalmato sul letto e si è messo a ronfare. Siccome mi sentivo in colpa, perché questo gatto mostruoso ho insistito io per “adottarlo”, ho deciso di farmi perdonare rimettendo a posto casa. Bravo merlo. Già sono maldestro di natura, poi coi riflessi rallentati causa notte bianca non sai che combinavo. Quella precisa situazione per cui più metti a posto e più crei disordine, più pulisci e più si sporca, più vuoi fare e meno concludi. A un certo punto mi sono avventurato nella pulitura delle lettiere, che è sempre un bell'affare, e ne sono uscito conciato come un cesso. Ma non era ancora niente. Stravolto, decidevo di sgomberare il balcone dalle cianfrusaglie accumulate in anni, partendo dalle basi per gli ombrelloni che tanto non usiamo più. Non l'avessi mai fatto. Ho sfilato il bastone, è uscito un getto d'acqua nera che ha coperto me ma soprattutto è piovuto sulla scalinata in marmo di quelli di sotto. Allora ho preso scopettone e strofinaccio e sono sceso a pulire. Mi mancava solo il foularone in testa. Minchia che giornalista vip. Dopo un po' escono i vicini esterrefatti: ma cosa fai? Niente, vi ho lordato la scala, adesso aggiusto tutto. Ma lascia perdere, dicevano loro imbarazzati. Mio il casino, mio il rimedio, rispondevo sfregando. Mi hanno guardato perplessi poi se ne sono andati via in macchina. Io ho consumato due secchi d'acqua insaponata e credo d'aver fatto un discreto lavoro, tenuto conto delle mia manualità indegna di un impedito totale. Torno su e i gatti avevano usato le nuove lettiere, in particolare Nerino che, chissà perché, per espletare deve sparpagliare tutti i cristalli di silicio per il bagno. Ho stretto i denti, mi sono gettato nell'ultimo sprint, poi sono stramazzato con qualcosa di simile a un infarto. Della serie, cinquant'anni e sentirli benissimo. Compare mia moglie e dice, va' che casino, non ti posso lasciar solo una mattina. E io stavo per fare un femminicidio finendola col pesante libro sulle arti marziali che allevano alla conquista dell'equilibrio tra spirito e corpo.

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