Ma se un
uomo, siccome “gli manca l'amore”, trucida la figlia di un anno
con tre pugnalate al petto, che uomo è? Un vigliacco, un bamboccio,
su, smettiamola con le giustificazioni psichiatriche al carciofone,
lo stress, il logorio della vita moderna, la società competitiva,
tutta roba che, giustificando tutto, non giustifica un cazzo. Uno
così basta guardarlo in faccia: eccolo su Facebook, sorridente,
bandanato modello Pantani, uno sfigato, un frustrato che si crede
cosa non è e non può essere, e non accetta chi davvero è, si sente
nato per grandi imprese, grandi scalate non per un normale lavoro di
macchinista delle ferrovie. E meno male che ce l'ha, ma a quelli
così, che poi sono la stragrande maggioranza, no, non basta, non lo
accettano, guarda che bella faccia che ho, bandanato, piratesco, e
poi mi fanno mancare l'amore. E allora io sfondo la mia bambina a
coltellate, con una ferocia che neanche gli animali, faccio il
capriccio supremo, perché io valgo, io sono meglio di così e se mia
moglie mi nega l'amore gliela faccio vedere io, distruggo tutto io, e
la vedrete che uomo son io, che terrore dei sette mari sono io. Poi
arriva la mamma e l'amore che manca ce lo mette lei: “Il mio Luca
non è un mostro”. Ma ci mancherebbe.
Invece sì,
è un mostro di quelli abietti, possiamo parlarne fin che vogliamo,
rigirarla finché si vuole, consolarci con la banalità del male, con
l'inflazione di questo male endemico, pandemico, da sfigati, ogni
giorno due, tre, cinque che, perdendo l'amore come nella canzone di
Massimo Ranieri, si vendicano con eccidi assurdi, infantili, ma poche
storie, uno che riesce ad affondare un coltellaccio nel cuore di una
bambina di un anno, che lo guarda, che sorride e poi urla, e lui non
si ferma, la sua stessa bambina, che cosa è? Poi che sia l'immaturo
calcificato delle società pubblicitarie di oggi, di cui parla
Cataluccio, un incapace di crescere, un refrattario a qualsiasi
patteggiamento con l'età biologica, uno preda dei suoi sogni
sportivi canzonettari o pubblicitari, conta fino a un certo punto, conta poco. Ma
se fai una bambina perché si fa, per sentirti il padre che non sai
essere, per girare bandanato, piratesco e cancellarla alla prima
crisi coniugale, perché ti manca l'amore, sei un mostro, un
mostriciattolo. Perché uno che squarta una bambina di un anno, la
sua bambina, non è altro che questo. Checché ne dicano gli
psichiatri, le mamme, i vicini che immancabilmente li dipingono come
“un ragazzo tranquillo”, e gli imbecilli che li stanno ad
ascoltare.
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