E di colpo non ti sento
più
Io non sono più io, tu
non sei tu
Capolinea sia della
poesia
Quasi quasi non lo
escluderei
Pure, una ragione ti
farai
(credimi: lo so e tu lo
sai)
Se davvero non lo sento
più
Quel sorriso che mi vola
in bocca
Paradiso solo che mi
tocca
Il pensiero del pensiero
tuo
Che mi pensa. Noi
dispersi ormai
Sì che ci bastava per
trovarci
Uno sguardo nel buio
degli altri
Oltre il vetro anime di
cuoio
Dai sogni segnate non si
sanno
Non si scannano più vive
a vicenda
Rassegnate al dare ed
all'avere
Che indecenti chiamavamo
amore
Sarà stata quella
passeggiata
Nella pioggia senza
ombrello ed io
Lo trovavo bello e tu lo
odiavi
O la mareggiata della
noia
Di parole sbocciate in
vetrina
Gravi aiuole che avrei
calpestato
Tutto è tardi adesso
come orti
Desolatamente morti
incolti
Quando i volti, fontane
di storie
Sono voli d'ali solitarie
Io sul serio non ti posso
più
E lo stesso, mi accorgo,
è per te
E non serve chiedersi
perché
O chi è stato a
cominciare prima
A versare per terra la
crema
A trinciare la sbarra di
ferro
Che saldava i nostri
compromessi
Come mostri stravolti nel
sesso
Inchiodarci ancora a un
tempo
Non siamo fumetti, siamo
Non c'è più pretesto,
Dio, finzione
Che riscatti un passato
in prigione
Non c'è più silenzio da
riempire
Nel letto di un complice
restare
Mi dispiace, non ricordo
più
Quale corda ci legava e
tu
Tu sei giostra senza su
bambini
Io la bancarella di
dolciumi
Sempre brilla che nessuno
vuole
E la nostra eredità è
un gran male
Tanto atroce che uguale
non trovo
Nella luce che pugnala un
uovo
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