Deliravo in queste notti
e non era semplice influenza, era il fisico che s'arrendeva
rigettando tutto, per non uccidersi si disfava perdendo i veleni di
anni. Meno mangiavo più la diarrea mi sfiniva, ma capivo la fortuna,
quel depurarmi fino al limite, svuotandomi di tutte le tossine.
Deliravo rotolandomi in mente visioni, anche quella del masso che
mi viene addosso come nelle lunghe sfebbrate da bambino, il che
conferma che non si guarisce mai dai vecchi traumi, cronicizzati nei
cromosomi, nei luminosi e oscuri percorsi cerebrali. Una sinetesia, a
un certo punto. L'odore di carta da fumetto, acre dolciastra,
eccitante, malsana, usciva da quelle inchiostrature violente, quei
mostri e crimini efferati, usciva dalle notti dove entrava la
fantasia del ragazzino. Finalmente un mattino la mente lucida, le gambe
non reggono ma il corpo non brucia più. Sono andato a prenderlo
uno di quei fumetti. Il più amato, il più dentro. Ho aspirato a fondo la carta,
l'odore asprigno di avventura e di pericolo e di casa e di camera di
malavita e lunapark volgarità e bancarella di giornali usati Milano e primavera bicicletta foglie asfalto notte affusolata
addosso alla città e scheletri e resti umani fontane di fiorai nel
cemento zampilli di rumori e panchine.
“Tu hai sempre
rischiato la vita ma dopo l'ultima volta sei cambiato, cosa ti è
successo?”. “Ho visto la morte in faccia e il suo ghigno non mi è
piaciuto affatto!”. Ho deciso quindi di vivere, se questo può
chiamarsi vivere”.
Nei miei cromosomi non sono solo traumi ma emozioni di carta. Di quelle belle, fantastiche. Potrete chiamarli ricordi, ma i ricordi non si muovono ed io so che è rivivere. Ogni volta annuso la carta e vedo con precisione un tempo che è sparito, e appena lo intuivo ma zitto mi rapiva. Senza riscatto. Ecco, in questo momento ho la stessa espressione del bambino che ho messo su facebook. “Hai perso quella faccia gonfia” dice mia moglie. Meno male, almeno è servito questo rehab di una settimana. Avrò anche ucciso i miei chili di veleno, quanti esattamente non so, ma se ho ritrovato i lineamenti antichi è per questo delirio che una volta ancora m'ha sprofondato nell'odore di un fumetto.
Nei miei cromosomi non sono solo traumi ma emozioni di carta. Di quelle belle, fantastiche. Potrete chiamarli ricordi, ma i ricordi non si muovono ed io so che è rivivere. Ogni volta annuso la carta e vedo con precisione un tempo che è sparito, e appena lo intuivo ma zitto mi rapiva. Senza riscatto. Ecco, in questo momento ho la stessa espressione del bambino che ho messo su facebook. “Hai perso quella faccia gonfia” dice mia moglie. Meno male, almeno è servito questo rehab di una settimana. Avrò anche ucciso i miei chili di veleno, quanti esattamente non so, ma se ho ritrovato i lineamenti antichi è per questo delirio che una volta ancora m'ha sprofondato nell'odore di un fumetto.
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