Avanzarti gli auguri e
non sapere dove spedirli... E allora andare, portarli nelle corsie
d'ospedale, negli angoli delle strade, spargerli fra le lapidi
silenziose, sui marciapiedi sporchi di vita, nei negozi dove non
entra nessuno, nella trattoria che da troppo tempo attende clienti,
nelle stanze che hanno smesso di sperare, nei profili che nessuno
visita, sulle panchine scaldate dalla miseria, per le vittime di se
stessi, i prigionieri di un errore, gli incompresi e gli
incomprensibili, gli sconfitti, quelli che non aspettano un perdono,
una rivincita, un augurio. Scambiarseli con un randagio. Regalarli a
un nemico. Scagliarli nel vento di una città, un mare, una valle. E
l'ultimo, quello più umile, misero e dimenticato, tenerlo per sè.
Indossarlo. Meritarlo. Per ricordarsi che anche quella faccia che
dallo specchio ti guarda sospettosa, merita un sollievo.
tanti auguri
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