Vedrete, qualcosa succederà. Qualcosa
di folle ma vero. Non è possibile continuare con questa deriva, non
si respira più, tutti sbraitano in apnea e non danno peso a cosa
urlano. E chi ascolta si contagia di follia, e l'irresponsabilità
cresce come un blob. Ci si scanna senza più neppure un pretesto,
l'uomo ha colmato la sua disumanità e si vergogna perfino del
ricordo d'esser buono. Questa colata lavica di insanità non colpisce
più nessuno perché tutti sono insani, perché è l'unica aria che
respiriamo. Tutto è aggressivo, inutilmente, follemente aggressivo.
I giochi dei bambini sono aggressivi. I rimedi sono aggressivi. Gli
spettacoli, i confronti. La pretesa di estirpare la rabbia con
bordate di patetismo. Tutti sono furibondi ma si guarda, si addita la
furia degli altri. Mai quella della fazione di appartenenza. E tutto
è fazione, tutto è diviso, incompatibile, inconciliabile. Una
avidità per l'avidità, una brama di essere, ma soprattutto di
spegnere, di cancellare chi ti va di traverso e tutti stanno di
traverso a tutti. Anche i neonati, anche i novantenni sono folli.
Nessuna ragione è difesa, nessuna testa funziona più. La violenza
di un fiore che sboccia è inutile, quello che conta, che importa, è
la violenza di un fiore che muore. Strappato, stritolato, spazzato
via.
(dal Faro n. 44)
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