Non mi piace questa
Italia dove le ragazzine di 14 anni si vendono e si ammucchiano
orgogliose, “perchè vogliamo tutto”, e contemporaneamente cade
una donna al giorno e chi resta viva gira sfigurata a vita dall'acido
come Lucia Annibali. Non mi piace questa guerra di nessuno, per
nessuno, dove le donne sono vittime, a volte sconsiderate o immature,
comunque vittime, e gli uomini sono bestioni, senza scusanti, senza
attenuanti; dove comanda la logica della rimozione, della
cancellazione, se tu non sei mia, se non fai parte del mio harem
privato, e sfigato, e millantato, io ti elimino e per sovrappiù
disintegro anche i frutti della nostra unione, i tuoi figli, i nostri
figli. Non mi piace questa Italia dove gli uomini bestioni restano
bambini, crudeli come bambini, assoluti e impotenti e prepotenti come
bambini. Dove uomini e donne sembrano tradire una sorta di follia nei
pensieri, nei comportamenti che non guardano alle conseguenze, non si
pongono alcun orizzonte e si trova sempre uno slogan, un alibi per
sistemare ciò che risolvere non si può. Mandarli dallo psichiatra,
questi ometti figli del Novecento mammifero e clericale,
culturalmente, storicamente abituati a considerare la donna una
costola da spezzare? Non so quanto possa servire, così come non
credo servano le scarpette rosse e tutta l'altra retorica degli
anniversari, delle Giornate, della indignazione che non c'è, che è
recitata, strumentale: pure le ballerine del “Se non ora quando”,
puntavano a un posto in Parlamento o almeno al sol dell'avvenir.
Mentre una cretina del giro opposto, quello di Berlusconi, una
analfabeta, va in televisione a dire “le donne vanno con Silvio
perché vogliono sistemarsi”. Con l'aria ispirata di chi squaderna
chissà che grande verità. Non c'è storia nella storia, ambizioni e
meschinità, ferocie e fragilità si ripetono dalla notte dei tempi,
ma a me non piace questa Italia del 2013 dove ogni giorno una donna
viene torturata e gli aguzzini poco dopo escono, la fanno franca. Non
mi piace neanche avere conferma che la cavalleria, pure chiamata,
pure invocata, non arriva o arriva tardi. Troppo tardi. Non mi
incoraggia constatare che i rimedi sono simili a esorcismi ma non
risolvono un problema troppo profondo, troppo endemico. L'unica
sarebbe forse smetterla di considerarsi privilegiati, detentori di
una nuda proprietà: e chi riesce in questo stravolgimento di una
weltanschauung distorta? Amici miei, le donne non sono nostre, non
sono di nessuno. Non sono neanche di loro stesse, a volte. Comunque
non nostre, e alzare una mano, schizzare un acido, non ha nessun
senso e nessun presupposto se non quello di una infamia senza
perdono. La vergogna, recuperatela un attimo prima: un attimo dopo,
non serve più a niente.
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