Al di là della
pagliacciata mediatica utile a dar consistenza alla polvere, roba che
Berlusconi se la sogna, non capisco perché dovrei prestare fede a un
partito come il PD, un politburo che non può e non vuole affatto
svecchiarsi e manda avanti tre pirla, tre yuppies d'apparato pronti a
prendere gli ordini della nomenklatura. Anche Renzi, quello che
rottama, rottama, e alla fine imbarca tutti. Inoltre, il PD è un
partito di ladri, né più né meno degli altri. Quindi non capisco
in cosa dovrebbe sedurmi. Non mi basta considerare che a destra non
c'è una destra, non c'è niente, c'è una accozzaglia di meno che
nullità, di facce pazzesche, in prevalenza femminili, che non si
capisce cosa siano lì a fare e che rappresentano il vero, primo
crimine di Berlusconi. O, dall'altra parte, un Vendola che dopo la
figura infame emersa dalle sue telefonate coi padroni dell'Ilva, se
avesse conservato un rigurgito di dignità si sarebbe non dimesso ma
tolto di mezzo, fatto fuori, suicidato. Ho sentito dieci secondi di
questo baraccone disneyano dei tre tenorini PD: macinavano frasi
fatte, ma a a fargli la tara si capiva che stavano lì a scannarsi
per invocare come sempre più Stato, più aiuti di Stato, più spesa
pubblica, più patrimoniale, più interventismo, più sovvenzionismo operaio e sindacale
e quindi più tasse. Quanto a dire: lo Stato nel Partito e il Partito
prima di tutto. All'infuori di questo mondo morto, per questi giovani
nati vecchi c'è il nulla e il sospetto, l'odio per la libera
intrapresa, per l'autonomia, per chi crea lavoro e viene massacrato
dallo Stato ma non abbastanza, questo si capiva, si respirava. Due
difendevano l'operato di Letta, un fallito totale. Il terzo lo
criticava perché non abbastanza statalista. Le fonti di ispirazione
sono pazzesche, anacronistiche o impensabili. Uno si raccomanda a don
Mazzolari, un altro insegue quella curiosa specie di mafioso da
telefilm di De Blasio, populista che vuole “rendere New York come
l'Avana” (farà la brutta fine che gli spetta). E ancora lì a
rimpiangere quella rottura di coglioni di Berlinguer, uno che ha
campato sulla tristezza di essere chi era e cosa rappresentava, il
figlio prediletto di Togliatti che si spartiva il potere democratico
coi democristiani sotto l'ombrello del patto atlantico, aveva
teorizzato il razzismo dei migliori in funzione del ritardo
culturale, del rifiuto del futuro, e la cui maggiore opera politica
fu essersi impossessato dinasticamente della terza rete televisiva
pubblica. Io dovrei perdere tempo con questa roba? Ancora?
guardato solo la presentazione poi cambiato canale,sebrava x factor
RispondiEliminasono, ahimè, per buona parte d'accordo con quanto scrivi.
RispondiEliminama spiegami, su berlinguer: "aveva teorizzato il razzismo dei migliori in funzione del ritardo culturale", cosa vuol dire?
chiedo per curiosità perchè di berlinguer so praticamente zero.
Marco
Loro erano i migliori dentro, i più colti, i più onesti (come no). Ma fosse stato per Berlinguer, si stava ancora alla televisione in bianco e nero.
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