La presidenza
dell'Antimafia a Rosi Bindi è l'ennesima liturgia di un potere
consumato ma insaziabile; eppure sbaglierebbe chi la archiviasse
nello scaffale del grottesco. Certo, l'ennesima poltrona inutile per una politicante inutile è roba da Nuovi
Mostri, considerata anche la caratura di questa eterna miracolata il cui
valore è inversamente proporzionale alla voracità. Ma dietro c'è
molto di più, c'è il segnale che la lotta continua, anzi è forse a
una stretta decisiva, benché non ancora prevedibile dall'elettorato
e non ancora predetta dall'informazione. Bindi, di mafia e di
antimafia, sa poco o niente; non se n'è mai occupata, non le ha mai
interessato. In compenso, sa una cosa, come la sanno tutti quanti
l'hanno, malgré bongré, sfiorata o bazzicata: che questo
carrozzone, uno fra i più inutili e corrotti fra tutti, non serve,
come non è mai servito, a combattere la mafia, ma (fondi pubblici ed
europei da accaparrarsi a parte) a combattere Il Mafioso. E chi è il
mafioso da 20 anni a questa parte? Domanda inutile, tanto che
facciamo a meno di citarlo. Nell'Antimafia, l'unico Nemico è sempre
stato Lui. L'indicibile, l'Innominato, si fa per dire. E la Bindi, di
tutta la tetra nomenklatura PD, è una delle più ottuse perfino a
quegli elementari giochi di convenienza, di compromesso che la
politica, ogni politica, impone. Niente: per lei, “Quello” va
annientato. Ora, in modo molto vintage, o meglio mafioso, la sinistra che quando vuole sa ricordarsi d'esser stata comunista ha messo la sua
Pasionaria nel posto giusto. A finire un lavoro cominciato troppo
tempo addietro, e trascinatosi troppo a lungo. Un lavoro sporco da
qualsiasi parte lo si maneggi. Vedrete che tutto ricomincerà,
verranno riesumati dossier, fascicoli e dicerie, più o meno fondate,
più o meno tendenziose; non mi stupirei nemmeno se certi pm
fallimentari, e oramai stogati, tornassero di prepotenza alla loro
vocazione: che non era, ancora una volta, far trionfare la giustizia,
ma una certa lotta. Quella che continua. Quella che è alla stretta
finale.
tutto sommato , una non notizia.
RispondiEliminaVp
Un altro tassello, dopo le sentenze e la decadenza, della beneamata sinistra dei duri e puri per la definitiva caduta di Berlusconi. A ogni colpo l'Italia si riscopre nuova, onesta, vergine, pronta al rilancio.
RispondiEliminaSicuro, come no?
vit.
Amesso che qualcuno possa credere ancora all'Antimafia Istituzionale e Associativa (è come la storia dell'antifascismo dopo l'8 settembre....una cosa seria solo per poche ore) stiamo più che altro all'occupazione banale di poltrone per sistemare equilibri interni ai partiti.......Poi (probabilmente) ci sarà l'uso politico di queste commissioni (come sempre avvenuto....vedi Commissione Mitrokin o Telecom Serbia).............ma tranquilli.....nulla di serio.............La mafia e la lotta alla mafia c'entrano poco ed interessano a pochi.
RispondiEliminaDavide