Ma esiste davvero, questa faccia
che chiamano tata Lucia? No che non esiste, è un personaggio
inventato come tutto quello che passa in televisione. E non ci voleva
poi molto, anche se adesso sono arrivati gli scienziati, a capire che
tutto quello che fa questa improbabile avatar è insano, per la mente
e per la scienza. Insano perché finalizzato alla platea, allo
spettacolo dei poveri, la cui immancabile giustificazione sarebbe:
intanto facciamo vedere, ne parliamo, solleviamo un problema.
Facciamo vedere cosa? Una realtà falsata, ad uso e consumo
televisivo, per cui un infante va trattato come un pretesto, va
manipolato come una comparsa inconsapevole. “Intanto facciamo
vedere, intanto se ne parla”. Così per i neonati, per la camorra
di Saviano, per qualsiasi cosa o problema o emergenza. E dopo che si
è fatto vedere, dopo che se ne è parlato, per modo di dire perché
a parlare sono sempre quelli di là dal video e seguono un copione?
Dopo niente, tutto resta come prima, con un sovrappiù di confusione,
di cattivo dibattito, di disinformazione. Tutto si è volgarizzato a
un “facciamo vedere”, che non è capire, non è divulgare, è far
vedere, ridurre a farsa, a surrogato d'esperienza. Una variante
aggiornata del vecchio “l'ha detto la televisione”. Oggi l'ha
fatto vedere tata Lucia e tata Lucia, che non esiste, è molto più
ascoltata dei pediatri, che del resto la interpellano, è un
personaggio televisivo, per contrastarla ci vorrebbe un Tato in
camice che si mettesse a ballare e a battere i tacchi come
nell'avanspettacolo. Dicono: ma tanto si sa che quello è un
programma, per dire una finzione, qualcosa da non prendere sul serio.
Intanto però chi lo guarda prende nota e segue i consigli della tata
Lucia non quelli dei medici. Lei, la tata inesistente, l'ha detto
chiaro: “Chi sono questi giornalisti, questi medici? Io sono la
tata Lucia”. Anche per Saviano, uno che ha confuso la realtà con
la farsa e gioca con le automobiline dei giornalisti veri, dei
martiri veri, si diceva: non è un libro di inchiesta perché
inventa, non è un romanzo perchè ha pretese di giornalismo, insomma
non era né carne né pesce ma bastava leggere quello, il libretto
rosso dell'anticamorra, per capire tutto della mafia e mettersi la
coscienza a posto. Oggi Saviano esce per quello che è, un copione,
un furbone, il tata Lucia della legalità e tutti dicono: ma lo
sappiamo, non è una cosa da prendere sul serio. Sì ma quanto tempo
si è sprecato, in termini di comprensione del fenomeno, di maturità
sociale, di mancate opzioni più fondate, più importanti?
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