Questo
difficile rapporto con lo Stato, con i suoi sprechi, le sue
inefficienze, le sue caste, le sue pensioni, superpensioni,
pluripensioni, che ancora ci tormenta. Questa difficile diffidenza
verso un settore privato che d'altronde ce la alimenta, che
sull'inefficienza pubblica specula, e prospera, spesso all'ombra
dello Stato stesso. Questo difficile rapporto con le rovine, le
disgrazie, le vittime, che impazziscono, diventano subito
protagonisti orrendi, grotteschi, tristissimi nel loro esibirsi.
Questo difficile rapporto con la fede e i suoi ministeri, dal perdono
alla penitenza, dati in pasto così, svenduti, smembrati. Questo
difficile rapporto con il passato, che non passa, che ci vuole “post”
per dire sempre così, come prima, come domani. Questo difficile
rapporto con la giustizia, con chi la amministra, la veste, se ne
ammanta, e troppo spesso non ne è degno, non è migliore dei
malandrini che insegue. Questo difficile rapporto con l'informazione,
i suoi spionaggi, la sua incapacità di informare, la sua mediocrità,
i suoi scherzi telefonici, le imitazioni, le pagliacciate spacciate
per spettacolo spacciato per informazione. Questo difficile rapporto
con il turismo, che si alimenta di sagre e bancarelle, coi musei,
eterne fucine di ruberie e varietà miserabile, coi visitatori, che
spaccano le mani alle statue e nessuno dice niente, perché non c'è
niente da dire, perché bisogna... perdonare??? Questo difficile
rapporto con quelli che siamo, che non vorremmo essere, ma che
fortissimamente non rinunciamo ad essere. Come ne usciamo? Con le preghiere e i digiuni, che nessuno fa.
Sul Faro n. 34, in
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elaborato, colorato, artistico, informato. Sempre più Faro.
Il Faro,
il settimanale di MDP
Napolitano, l'uomo che vuole perpetuare in eterno una politica che ci sta portando nell'abisso, uno dei peggiori presidenti dell'Italia repubblicana, dopo avere stravolto la Costituzione prendendosi in via di fatto poteri che non gli appartengono, imponendo premier non eletti, maggioranze contrarie al volere degli italiani, difendendo la macchina burocratica pubblica (vero governo del paese)nomina 4 senatori a vita inutili e Amato (super pensionato con 31 mila euro/ mese e relitto storico) giudice costituzionale, 400 mila euro l'anno !
RispondiEliminapossibile che questa cariatide, rieletta dai partiti disperati come estremo baluardo contro il loro collasso e dello stato da essi stessi occupato, non scompaia ?